Detrazioni per le paritarie, serve oltre un miliardo in tre anni
Le ipotesi fatte dal Tesoro per la proposta introdotta nella bozza sulla scuola
Gianna Fregonara
Ottocento milioni per il 2016 e poi a regime 400 da aggiungere ai 700 milioni circa di contributi che già arrivano ogni anno in diverse forme alle scuole paritarie. E’ questo il costo per il bilancio dello Stato degli sgravi alle famiglie i cui figli vanno alle scuole private-paritarie, previsto nella bozza del provvedimento sulla scuola che dovrebbe essere presentata martedì 10. A stimare i fondi necessari è stato il ministero del Tesoro su richiesta del Miur.
Le quattro ipotesi
Le ipotesi di sgravi secondo la norma aggiunta in extremis grazie al lavorio del sottosegretario Gabriele Toccafondi (Ncd) e approvata dal ministro Stefania Giannini sono quattro. Poiché il tetto è previsto a 4 mila euro, una detrazione del 19 per cento porta ad un peso di 387 milioni all’anno e poiché per il 2015 non è stato accantonato nulla, l’anno prossimo il costo raddoppia. E’ stata poi calcolata una detraibilità del 15 per cento, per la quale si stima la necessità di 306 milioni all’anno, una del 10 per cento (204 milioni) e infine un’ipotesi minima, poco probabile, del 5 per cento (102 milioni).
Un milione di studenti alle paritarie
Queste stime sono state fatte considerando che, in base ai dati del Miur, il numero di alunni che nell’anno scolastico 2013/14 hanno frequentato una scuola paritaria sono circa 993 mila, di cui 622 mila la scuola dell’infanzia (materna), 186 mila la primaria, 66 le medie e 119.000 le superiori. Il valore medio delle rette annuali pagate dai genitori è stato fissato, come media, pari a 1.500 euro per l’infanzia, a 2.000 euro per la scuola primaria, a 3.000 euro per le medie e a 4.500 euro per le superiori.
L’estensione delle detrazioni per i nidi
Ma le nuove norme porterebbero con sé anche una modifica alle detrazioni già previste per gli asili nido, per la frequenza dei quali è prevista una detrazione del 19 per cento fino a 623 euro al mese, tetto che andrebbe rivisto al rialzo secondo i tecnici del Tesoro, anche visto che la riforma della scuola prevede che anche gli asili nidi diventino parte del percorso «scolastico» 0-6 anni.