“È una sfida anche al Pd, ora niente ostruzionismo”
Francesca Puglisi, lei che è responsabile della scuola per il Pd ci dice che cosa è successo in questi tre giorni? Precari e non precari sono frastornati
05/03/2015
la Repubblica
Francesca Puglisi, lei che è responsabile della scuola per il Pd ci dice che cosa è successo in questi tre giorni? Precari e non precari sono frastornati.
«È successo che la più importante riforma del governo Renzi, la Buona scuola, arriverà alle Camere attraverso un disegno di legge e non un decreto. Questo per permettere a tutto il Parlamento di dare il proprio contributo. La scuola non sarà più terreno per le fazioni, ma bene comune».
Era il caso di cancellare un decreto in tre ore, dopo un anno di lavoro?
«L’intervento improvviso del presidente del Consiglio gli è stato sollecitato da continue provocazioni, anche interne: dittatorello, muscolare. Non è così: ora tutto è nelle mani del Parlamento».
E il problema assunzioni?
«Siamo pronti a far partire l’intero disegno di cambiamento il prossimo anno scolastico. È dimostrato: se le Camere vogliono procedere in modo spedito, possono farlo. Tutte le forze possono decidere di collaborare. Senza ostruzionismo bieco si può fare tutto: assunzioni e materie, per tempo. Allo squillare della campanella, tutti saranno in cattedra».
E se, invece, le opposizioni rallenteranno la discussione?
«Il governo dovrà prendere le contromisure. Noi teniamo a un principio: è necessaria la continuità didattica degli studenti. Alla festa per un anno di governo una bambina ha portato a Matteo Renzi una lettera, c’era scritto: “Nel prossimo anno scolastico vorrei avere il mio maestro”. In questi anni ai ragazzi abbiamo fatto un grande danno regalando anche a loro i frutti della precarietà: li abbiamo resi precari come gli insegnanti. Oggi salutano il maestro a giugno e non sanno se a settembre lo rivedranno. Per qualsiasi progetto educativo la continuità didattica è un valore assoluto ».
Lo sa che i supplenti precari iscritti alle Graduatorie a esaurimento sono nel panico? A settembre, testo di legge alla mano, le Gae saranno soppresse. E così anche i suoi ospiti.
«Nessuno vuole togliere alla scuola uomini e donne che hanno vissuto in precarietà. Abbiamo lavorato, anche prima di essere governo, esattamente per il contrario. Li porteremo dentro le loro scuole definitivamente e lì potranno formarsi con continuità. Poi, per evitare il proliferare di sacche di precarietà, chiuderemo le Gae e restituiremo ai concorsi pubblici, tarati sui bisogni della scuola, la necessaria regolarità»