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Fatti, non propaganda

Lunedì 25 gennaio presìdi in tutta Italia davanti ai provveditorati (a Roma di fronte al ministero dell'Istruzione) per rivendicare il diritto alla scuola in presenza e sicura. Sinopoli, Flc Cgil: "Il distanziamento parte dalla riduzione degli alunni per classe"

25/01/2021
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Collettiva.it

La data della mobilitazione non è casuale, lunedì 25 gennaio si chiudono le iscrizioni alle scuole di ogni ordine e grado. Giorno simbolico, perché è proprio sulla base del numero di iscrizioni che verranno composte le classi per il prossimo anno. Un giorno importante, quindi, con lo sguardo sul futuro. Occorre oggi provare a immaginare come sarà il prossimo anno scolastico. Si, proprio oggi, ancora immersi nella pandemia e alle prese con la “fatica” quotidiana di inventarsi un modo di fare scuola in sicurezza. Le ragazze e i ragazzi, insieme a genitori e docenti, giustamente rivendicano il diritto alle lezioni in presenza – per le scuole superiori siamo ancora al 50% e alle prese con turni e orari complicati – ma in sicurezza.

Oggi le condizioni non ci sono, o almeno non ci sono sempre e ovunque. Innanzitutto serve distanziamento, questa la ragione per la quale Priorità alla scuola ha organizzato presìdi davanti a tutti gli Uffici scolastici regionali e a Roma davanti al ministero dell’Istruzione. Basta classi pollaio. E non solo per evitare il contagio. E basta anche a organici precari e sottodimensionati per assicurare davvero a tutti e tutte il diritto a istruzione e formazione adeguate. E condizioni di lavoro dignitoso ai docenti e al personale tecnico e amministrativo.

"La Flc ritiene indispensabile che le scelte necessarie per garantire la scuola in presenza si adottino subito. A partire dal distanziamento per cui è indispensabile ridurre effettivamente il numero di studenti per classe", spiega il segretario generale della Federazione dei lavoratori della conoscenza della Cgil Francesco Sinopoli: "Per difendere la scuola in presenza e in sicurezza servono fatti, non propaganda”.

Se il diritto allo studio si garantisce con un adeguato rapporto tra studenti e docenti, l’emergenza sanitaria ha reso ancora più evidente quanto sia necessario diminuire il numero di alunni per classe, per la qualità della didattica e per la sicurezza di alunni, docenti e personale Ata. Diminuire il numero di alunni per classe significa recuperare i tagli del duo Gelmini -Tremonti, investire significativamente e strutturalmente sugli organici, ampliandone il numero e stabilizzando, attraverso procedure snelle e per titoli, le lavoratrici e i lavoratori precari.

Ma il coronavirus impone di intervenire subito anche su altri fronti, e la categoria della scuola ha più volte denunciato il grave ritardo del governo su una serie di provvedimenti a garanzia del diritto allo studio e della sicurezza. “Ribadiamo ancora una volta gli interventi che riteniamo necessari: dati certi e consultabili sui contagi nelle scuole, corsia preferenziale per la scuola sull'effettuazione dei tamponi e dei tracciamenti, la fornitura adeguata di dispositivi di sicurezza per il personale", aggiunge Sinopoli, ricordando anche la necessità di "un aggiornamento tempestivo dei protocolli sulla sicurezza, a partire da quello nazionale, l’inserimento del personale della scuola nel piano vaccinale nazionale. E ovviamente occorre intervenire ancora sul sistema dei trasporti”.

Questo è ciò che serve oggi, per consentire lo svolgimento dei mesi che rimangono alla fine dell’anno scolastico in forme più adeguate e sicure. Ma occorre, appunto, pensare a come saranno le scuole e le città quando a settembre suonerà la campanella. "Allora è oggi - conclude il segretario generale Flc - che bisogna lavorare alla riduzione degli alunni e alunne, degli studenti e delle studentesse per classi. È oggi che è necessario prevedere l’ampliamento degli organici sia per i docenti sia per il personale Ata. E allora lunedì 25, davanti al ministero dell’Istruzione e davanti agli Uffici scolastici regionali, la Flc ci sarà, per chiedere fatti, non propaganda".


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