FLC CGIL: No ai privati nella governance della scuola, sì a gestione democratica
Un confronto di merito sugli organi collegiali della scuola che porti a una riforma largamente condivisa. Lo chiede il segretario generale della Flc-Cgil, Mimmo Pantaleo,
Un confronto di merito sugli organi collegiali della scuola che porti a una riforma largamente condivisa. Lo chiede il segretario generale della Flc-Cgil, Mimmo Pantaleo, secondo il quale l'autonomia scolastica è resa efficace da una "governance democratica fondata sulla partecipazione di tutti gli interessati a partire da chi nella scuola lavora e studia, fino alle famiglie e alle istituzioni territoriali".
"Il disegno di legge ora in discussione in Parlamento, se ha il merito di riportare alla ribalta una questione così urgente, ripropone purtroppo - osserva il sindacalista - soluzioni già presenti nella proposta Aprea che la Flc ha duramente contestato. Resta la possibilità di far entrare le fondazioni e i privati nel Consiglio delle Autonomie. La nostra preoccupazione è quella che i finanziamenti privati sostituiscano quelli pubblici. Inoltre non si può imporre un modello di valutazione dall'alto e tutto incentrato sull'Invalsi che, in un sistema condiviso, deve essere di supporto alle scuole senza mortificare l'indipendenza dei collegi docenti. La prima condizione per rendere credibile qualsiasi progetto di riforma degli organi collegiali - dice Pantaleo - è la certezza delle risorse, il potenziamento degli organici e un radicale cambiamento delle riforme Gelmini. La seconda condizione è la salvaguardia del sistema nazionale di scuola pubblica e in tal senso il testo uscito dalla commissione presenta alcune criticità. Vogliamo evitare che la genericità di alcune parti del Ddl (statuti) possa portare a una frantumazione del sistema andando in una direzione opposta a quella dettata dalla Costituzione sulla gratuità del diritto allo studio, l'universalità e le pari opportunità”.
"La scuola ha bisogno di maggiori risorse pubbliche che assicurino a tutti i cittadini il diritto all'istruzione" conclude Pantaleo aggiungendo che "finora non si intravede da parte del Governo Monti alcuna volontà reale di discontinuità rispetto al passato".