Francesca Puglisi: Jobs Act nelle università? Prima lo scrivo e poi lo nego
I candidati rettore di Padova e Bologna sembrano pronti a salire sulle barricate
Preparatevi a lottare». «Il vero rischio è che venga introdotto anche qui il Jobs Act: porterebbe a una precarizzazione strutturata in università, per noi sarebbe la fine della libertà di ricerca e di insegnamento». I candidati rettore di Padova e Bologna sembrano pronti a salire sulle barricate. «Si preoccupino di fare la loro campagna elettorale restando fuori dalla politica» è l’intimazione perentoria di Francesca Puglisi (Responsabile nazionale Scuola del PD), tanto più che il Jobs Act, secondo lei, “non c’entra nulla” con la riforma dell’Università. Eppure, è stata lei stessa a dichiarare di essere coautrice di una bozza sulla Buona Università, dove sta scritto «Come abbiamo fatto nel Jobs Act … anche nell’Università serve un contratto Unico a tutele crescenti». Vuoi vedere che, insieme alla bozza di cui lamenta il trafugamento, ha smarrito anche il ricordo di quanto aveva scritto?
Non sembra correre buon sangue tra il Governo e neo-rettori. Secondo Italia Oggi, i due candidati di Padova sono “Divisi su tutto, uniti solo contro Renzi”, ovvero sulla “riforma eventuale dell’università che l’esecutivo dovrebbe mettere presto in pista”. Con toni persino bellicosi: «Preparatevi a combattere» avrebbe detto Paolo Tenti.
Italia Oggi sottolinea il ruolo del “sito di orgoglio accademico, Roars.it” che, non avendo gradito le esternazioni di Renzi sui «quattro o cinque hub della ricerca» [Matteo Renzi e università: parliamo di cose concrete, era stato il nostro invito], avrebbe cominciato a martellare il premier sulla riforma della scuola:
E negli atenei iniziò ad aggirarsi lo spettro renziano, di una rivoluzione imminente del sistema della formazione superiore.
Persino il neo-rettore di Firenze “promette battaglia” – per una nuova pista troppo vicina all’ateneo – al “renzianissimo sindaco, Dario Nardella, e al renzianissimo presidente dell’aeroporto di Firenze”.
A pochi giorni di distanza, l’epidemia antigovernativa si estende a Bologna, dove l’edizione locale di Repubblica titola
Aspiranti rettori contro il Jobs Act in Ateneo
A questo punto, Francesca Puglisi (Responsabile nazionale Scuola del PD) ha sentito la necessità intervenire bacchettando i candidati rettori:
si preoccupino di fare la loro campagna elettorale restando fuori dalla politica
Francesca Puglisi si premura anche di dire (senza convincere troppo chi la intervista) che il Jobs act “non c’entra nulla” con la riforma dell’Università:
Tanta agitazione per nulla, non capisco a quali documenti facciano riferimento, forse a qualche bozza trafugata da alcuni gruppi sui social network.
La Senatrice Puglisi fa riferimento ad una bozza della Buona Università del cui trafugamento aveva accusato la Redazione di Roars (venendo da noi smentita in modo inoppugnabile e verificabile da chiunque). Una bozza di cui ella stessa aveva ammesso di essere coautrice:
«ho scritto insieme ad altri la bozza di documento che voi avete trafugato»
Ma cosa c’era scritto in quel “documento trafugato” che, più ancora che Conan Doyle, ci ricorda “The Purloined Letter” di E.A. Poe? Ebbene, a pagina 3, si cita proprio il Jobs Act come il modello di un futuro contratto Unico a tutele crescenti da intodurre nell’università (il grassetto è nostro):
Oggi nelle Università ci sono troppe regole e tanta precarietà. Dobbiamo rivedere lo Status Giuridico di chi insegna e fa ricerca nelle Università, semplificando il percorso dal primo accesso alla carriera. Come abbiamo fatto nel Jobs Act -togliendo la selva di figure contrattuali con il contratto unico a tutele crescenti- anche nell’Università serve un contratto Unico a tutele crescenti, con step di carriera che si fanno semplicemente attraverso una rigorosa valutazione di merito.
Ricapitoliamo:
- Come riconosciuto da lei stessa, Francesca Puglisi è coautrice del documento “La Buona Università e la Buona Ricerca“.
- In questo documento si cita esplicitamente il Jobs Act come modello della revisione dello “Status Giuridico” di chi insegna e fa ricerca nelle università («Come abbiamo fatto nel Jobs Act … anche nell’Università serve un contratto Unico a tutele crescenti»)
- Intervistata da Repubblica, Francesca Puglisi dichiara che il Jobs act “non c’entra nulla“, e parla di «qualche bozza trafugata da alcuni gruppi sui social network», scordandosi di essere stata coautrice di quella bozza.
Per concludere degnamente, manca solo il tweet di rito in cui Francesca Puglisi potrebbe scrivere
Cari Rettori, #statesereni, il #JobsAct non c’entra nulla.
Insieme al documento mi hanno #trafugato la memoria