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Ideali e nuovi leader cosa vogliono i ragazzi

Il sondaggio sull’adolescenza del Garante per l’Infanzia racconta una generazione che si rivolge agli adulti per avere delle risposte

10/11/2015
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la Repubblica
Maria Novella De Luca
ROMA
OTTIMISTI ma confusi, sereni ma alla ricerca di qualcosa in cui credere, pieni di informazioni ma incapaci poi di selezionare il vero dal falso, o quantomeno il vero dal verosimile. Coscienti di essere cittadini del mondo, ma consapevoli di non avere le stesse opportunità dei loro coetanei d’Europa, fan di papa Francesco, leader di cui si fidano di più in assoluto, insieme al presidente degli Stati Uniti Barack Obama e al segretario delle Nazioni unite Ban Ki-moon. Assai più tiepida, invece, la fiducia nel nostro premier Renzi, agli ultimi posti nel “gradimento” dei ragazzi insieme a Vladimir Putin.
Racconta una generazione che ha archiviato il conflitto ma chiede al mondo adulto nuove guide e nuovi leader, il sondaggio sull’adolescenza che il Garante per l’Infanzia, Vincenzo Spadafora, renderà pubblico nei prossimi giorni. Mille interviste a giovanissimi tra i 14 e i 17 anni per indagare la loro “consapevolezza del presente”, questo il titolo della dettagliata ricerca, che non si sofferma, tanto, sui temi consueti dei teenager (amore, relazioni, sessualità) per indagare invece i loro sentimenti di cittadini del futuro. A cominciare, ricorda Spadafora, «dal fatto che tutti questi ragazzi, se si andrà alle urne nel 2018, voteranno per prima volta ». Se devono parlare dei propri bisogni profondi gli adolescenti, oltre alla salute, chiedono di “essere valorizzati” (33%), vogliono Giustizia (30%), Verità (24%) ma anche “avere qualcosa in cui credere” (23%).
Rispetto ai coetanei europei il 35% è convinto di avere meno opportunità di lavoro e di successo, ma di fronte a ciò che accade nel mondo sono divisi in due: il 43% ha le idee confuse, il 45% ha le idee chiare, il 12% ammette, senza timori, di “essere indifferente”. Nemmeno la metà si sente coinvolto da quanto accade in Italia, un po’ di più è la partecipazione per ciò che succede nella propria città, ma solo il 30% si appassiona alle discussioni politiche. L’interesse si accende quando si parla di crisi economica e della disoccupazione (l’80% se ne preoccupa), delle guerre e in particolare della minaccia dell’Is. Più in basso nella scala degli interessi i diritti civili degli omosessuali, al penultimo e ultimo posto “la politica italiana, il Governo e le riforme”, e “l’unione europea e la moneta unica”.
Insomma metà degli argomenti di cui si discute in Parlamento (e di conseguenza su giornali, tv e web) scivolano sulla pelle degli adolescenti senza catturare quasi la loro attenzione, dati su cui sarebbe necessario riflettere con attenzione. Qualcuno, confusamente, dice di aver capito la Buona scuola e le nuove leggi sulla cittadinanza, ma senza aver compreso «bene di che cosa si tratta», così, esattamente, dice il sondaggio. Un gran rumore di fondo dunque, dove i teenager mescolano le notizie di una miriade di fonti di informazione, la Rete in primo piano, ma la cui affidabilità viene messa in discussione dall’80% dei teenager stessi. I quali, alla fine, per capirci qualcosa, chiedono lumi ai genitori. Oppure (e il dato sorprende un po’) guardano i tg.
Perché in fondo è agli adulti che i ragazzi poi si rivolgono, chiedendo da una parte di non essere “invasi” (44%), ma auspicando comunque di “poter parlare delle questioni personali”. Insomma è soltanto nella cerchia del privato che i ragazzi si sentono protetti, visto che all’esterno, escluso papa Francesco, i leader politici non sembrano granché graditi. Eppure nonostante la cupezza del presente gli adolescenti affermano che la loro emozione prevalente è la gioia, seguita dalla fiducia e dalla sorpresa. Non male, allora, per una generazione gravata da tante emergenze e nuvole nere.

Presentazione del libro il 18 novembre, ore 15:30
Archivio del Lavoro, Via Breda 56 (Sesto San Giovanni).

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