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Il governo va sotto sulla riforma della scuola
Battuto in commissione affari costituzionali al Senato sul parere di costituzionalità. Determinante il voto di Mauro, senatore nei giorni scorsi uscito dalla maggioranza
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Si sapeva che in Senato non sarebbe stato un percorso semplice ma il primo stop alla riforma della scuola è arrivato anche prima del previsto. All’indomani delle rassicurazioni del premier Matteo Renzi sui numeri, la maggioranza è stata battuta in commissione Affari Costituzionali sul parere di costituzionalità alla riforma. Con 10 voti contrari e 10 a favore il parere non è passato per il voto determinante di Mario Mauro senatore di Popolari per l’Italia che nei giorni scorsi aveva annunciato l’uscita dalla maggioranza.
IL COMMENTO - Nella “Buona Scuola” possono convivere equità e merito? (di MASSIMILIANO PANARARI)
«Da un punto di vista costituzionale la riforma della buona scuola è scritta male - ha spiegato Mauro - pertanto fermiamoci e riscriviamola meglio». Al momento del voto erano assenti tutti e 3 gli esponenti di Ncd: Gaetano Quagliariello, Andrea Augello e Salvatore Torrisi. Erano invece presenti 2 senatori di Gal, gruppo che per composizione numerica dovrebbe avere un solo rappresentante in commissione: Mario Mauro e Giovanni Mauro. Al completo i senatori Pd. Presente per il governo D’Onghia (prima nei Popolari con Mauro).
«È la prima battuta d’arresto per una riforma che non piace a nessuno dei soggetti coinvolti ma che Renzi vuole imporre a tutti i costi. - avverte Loredana De Petris, presidente del gruppo misto-Sel di palazzo Madama - È ora che il governo si decida a discutere le sue scelte e a correggere i suoi errori in un democratico confronto con il Parlamento. Noi continueremo la nostra battaglia in Parlamento e nel Paese per battere questa riforma pessima e dannosa per tutti».