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Il Mattino-BERLINGUER E MORATTI: ANTINUCCI, ESPERTO DEL CNR, BOCCIA ENTRAMBE LE RIFORME

BERLINGUER E MORATTI: ANTINUCCI, ESPERTO DEL CNR, BOCCIA ENTRAMBE LE RIFORME "Istruzione troppo rigida e inadeguata" Tv e computer hanno messo a nudo i limiti dell'attuale sistema scolastico FABRI...

22/12/2001
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Il Mattino

BERLINGUER E MORATTI: ANTINUCCI, ESPERTO DEL CNR, BOCCIA ENTRAMBE LE RIFORME
"Istruzione troppo rigida e inadeguata"
Tv e computer hanno messo a nudo i limiti dell'attuale sistema scolastico
FABRIZIO COSCIA
Conclusi gli Stati Generali della scuola italiana, restano aperte le polemiche. La nuova riforma proposta dalla coppia Moratti-Bertagna divide come e più della riforma Berlinguer, e anche se i docenti scioperano e gli studenti occupano e digiunano, a leggere le indagini Istat commissionate dal ministero sembrerebbe che la scuola delle tre I (inglese, internet, impresa) piaccia molto agli italiani. Ma dove sta andando la scuola che cambia? Lo abbiamo chiesto a Francesco Antinucci, direttore della Sezione Processi Cognitivi e Nuove Tecnologie del Cnr e autore del saggio La scuola si è rotta. Perché cambiano i modi di apprendere (Laterza). "La scuola è in crisi - risponde il professore Antinucci - perché sotto il peso dell'imponente cambiamento tecnologico si ritrova inadeguata nei suoi modelli d'insegnamento. Si tratta di una crisi strutturale, profonda, che investe tutti i paesi sviluppati e produce una reazione d'insofferenza, perché con le nuove tecnologie è cambiato anche il modo di apprendere degli alunni. Oggi un bambino che comincia ad andare a scuola ci arriva con almeno tre anni di esperienza di tv e computer: una competenza che viene del tutto ignorata, dal momento che gli si impone da subito il vecchio libro di testo come unico strumento d'apprendimento".
A questo proposito, nel suo saggio lei oppone il tradizionale metodo "simbolico-ricostruttivo" (la memorizzazione del libro di testo) al più efficace "linguaggio dell'esperienza", introdotto dal computer.
"Il sistema percettivo-motorio è una modalità di apprendimento che l'uomo ha da sempre privilegiato in quanto legato all'esperienza concreta, ai contesti di vita. La via simbolico-costruttiva dell'apprendimento è invece più faticosa e astratta, richiede concentrazione, impegno costante. Il lungo cammino del cambiamento tecnologico ha messo allo scoperto i limiti dell'attuale sistema scolastico, fortemente strutturato in funzione dell'apprendimento simbolico-costruttivo. E in tal senso la riforma Moratti cambia poco o nulla rispetto a Berlinguer, a parte, forse, una maggiore rivalutazione dell'apprendimento attraverso l'esperienza. Entrambe miopi, lasciano inalterata un'istruzione rigida e inadeguata, del tutto scollata dalla realtà".
Dunque non basta cambiare i cicli, abolire il latino, usare il computer o anticipare di un anno l'ingresso nel mondo del lavoro per rendere una scuola più moderna?
Assolutamente no, così come mi sembra addirittura strabiliante l'idea di ripristinare il 7 in condotta continuando a ignorare quanto avviene al di fuori della scuola. La verità è che anche questa riforma, come quella del centro-sinistra, non ha preso in considerazione il problema fondamentale: vale a dire che i ragazzi non stanno bene a scuola, non ci vanno con piacere, sentono di fare qualcosa di assurdo, e soprattutto vengono proiettati in un mondo del lavoro che non sa che farsene dei loro "saperi". Tutto questo è avvertito dagli studenti in maniera confusa, senza una precisa consapevolezza, ma se scendono in piazza in centomila è perché sanno di sicuro che la scuola così com'è non funziona, perché è un universo arcaico, fermo nel tempo. Per questo dico che occorrerebbe promuovere una scuola basata sul modo esperienziale di apprendere. O la scuola affronta questo nodo o perfino l'introduzione delle tecnologie si rivelerà inutile.
Qual è la sua utopia sulla scuola del futuro?
Un ragazzo che va a scuola contento di andarci, come se andasse a giocare a pallone o in una sala di videogames e un'aula organizzata in maniera diversa, con al centro il banco dell'alunno e attorno i professori. Una rivoluzione copernicana dove tutto il sistema scolastico si muova al servizio dello studente.

"Istruzione troppo rigida e inadeguata"
Tv e computer hanno messo a nudo i limiti dell'attuale sistema scolastico
FABRIZIO COSCIA
Conclusi gli Stati Generali della scuola italiana, restano aperte le polemiche. La nuova riforma proposta dalla coppia Moratti-Bertagna divide come e più della riforma Berlinguer, e anche se i docenti scioperano e gli studenti occupano e digiunano, a leggere le indagini Istat commissionate dal ministero sembrerebbe che la scuola delle tre I (inglese, internet, impresa) piaccia molto agli italiani. Ma dove sta andando la scuola che cambia? Lo abbiamo chiesto a Francesco Antinucci, direttore della Sezione Processi Cognitivi e Nuove Tecnologie del Cnr e autore del saggio La scuola si è rotta. Perché cambiano i modi di apprendere (Laterza). "La scuola è in crisi - risponde il professore Antinucci - perché sotto il peso dell'imponente cambiamento tecnologico si ritrova inadeguata nei suoi modelli d'insegnamento. Si tratta di una crisi strutturale, profonda, che investe tutti i paesi sviluppati e produce una reazione d'insofferenza, perché con le nuove tecnologie è cambiato anche il modo di apprendere degli alunni. Oggi un bambino che comincia ad andare a scuola ci arriva con almeno tre anni di esperienza di tv e computer: una competenza che viene del tutto ignorata, dal momento che gli si impone da subito il vecchio libro di testo come unico strumento d'apprendimento".
A questo proposito, nel suo saggio lei oppone il tradizionale metodo "simbolico-ricostruttivo" (la memorizzazione del libro di testo) al più efficace "linguaggio dell'esperienza", introdotto dal computer.
"Il sistema percettivo-motorio è una modalità di apprendimento che l'uomo ha da sempre privilegiato in quanto legato all'esperienza concreta, ai contesti di vita. La via simbolico-costruttiva dell'apprendimento è invece più faticosa e astratta, richiede concentrazione, impegno costante. Il lungo cammino del cambiamento tecnologico ha messo allo scoperto i limiti dell'attuale sistema scolastico, fortemente strutturato in funzione dell'apprendimento simbolico-costruttivo. E in tal senso la riforma Moratti cambia poco o nulla rispetto a Berlinguer, a parte, forse, una maggiore rivalutazione dell'apprendimento attraverso l'esperienza. Entrambe miopi, lasciano inalterata un'istruzione rigida e inadeguata, del tutto scollata dalla realtà".
Dunque non basta cambiare i cicli, abolire il latino, usare il computer o anticipare di un anno l'ingresso nel mondo del lavoro per rendere una scuola più moderna?
Assolutamente no, così come mi sembra addirittura strabiliante l'idea di ripristinare il 7 in condotta continuando a ignorare quanto avviene al di fuori della scuola. La verità è che anche questa riforma, come quella del centro-sinistra, non ha preso in considerazione il problema fondamentale: vale a dire che i ragazzi non stanno bene a scuola, non ci vanno con piacere, sentono di fare qualcosa di assurdo, e soprattutto vengono proiettati in un mondo del lavoro che non sa che farsene dei loro "saperi". Tutto questo è avvertito dagli studenti in maniera confusa, senza una precisa consapevolezza, ma se scendono in piazza in centomila è perché sanno di sicuro che la scuola così com'è non funziona, perché è un universo arcaico, fermo nel tempo. Per questo dico che occorrerebbe promuovere una scuola basata sul modo esperienziale di apprendere. O la scuola affronta questo nodo o perfino l'introduzione delle tecnologie si rivelerà inutile.
Qual è la sua utopia sulla scuola del futuro?
Un ragazzo che va a scuola contento di andarci, come se andasse a giocare a pallone o in una sala di videogames e un'aula organizzata in maniera diversa, con al centro il banco dell'alunno e attorno i professori. Una rivoluzione copernicana dove tutto il sistema scolastico si muova al servizio dello studente.


Presentazione del libro il 18 novembre, ore 15:30
Archivio del Lavoro, Via Breda 56 (Sesto San Giovanni).

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