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Insegnanti con la valigia (e senza stipendio): i rischi della Buona scuola

Prove generali per la riforma. I prof dell’organico funzionale saranno chiamati su base nazionale, e potrebbero trovarsi a doversi trasferire, pena perdita dell’incarico

17/07/2015
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Corriere della sera

Valentina Santarpia

Insegnanti con la valigia, e senza stipendio (almeno per un po’): la prospettiva dei prof alle prese con l’avvio del nuovo anno scolastico rischia di essere pesante. Secondo una stima dell’Anief, sono almeno due neo assunti su tre, circa 65 mila, gli insegnanti che rischiano di essere trasferiti fuori regione, anche a centinaia di chilometri di distanza dalla propria residenza. E c’è un altro dettaglio della riforma, che sta per essere pubblicata sulla Gazzetta ufficiale ed è dunque legge a tutti gli effetti, di cui si parla poco, che potrebbe aggravare la situazione: il contratto decorre giuridicamente dal 1° settembre ma in realtà gli insegnanti percepiranno la prima busta paga solo quando entreranno in servizio. E questo potrebbe voler dire anche dopo mesi, in alcuni casi. Ma andiamo con ordine.

Insegnanti di serie A e di serie B

La questione dei trasferimenti è sicuramente un tema spinosissimo: perché di fatto la riforma crea involontariamente due categorie di insegnanti neo assunti. Ci sono i circa 36 mila che verranno assunti in prima battuta, e che sono tecnicamente al sicuro, già entro la metà di agosto se le procedure funzioneranno: a loro andranno i posti vacanti e disponibili per il turn over, e le regole saranno quelle antecedenti alla riforma. Cioè la scelta avverrà su base provinciale, sulla base delle preferenze presentate. La stessa cosa dovrebbe valere per i 10 mila che andranno ad occupare i posti scoperti, quelli che negli anni scorsi venivano occupati «provvisoriamente» dalle supplenze lunghe, dal 1° settembre al 30 giugno. Diverso invece il discorso per il rimanente organico, ovvero quei 55 mila dell’organico funzionale che saranno spalmati sulla base di una sorta di graduatoria nazionale. Cioè, anche se il sistema del ministero dell’Istruzione, attraverso gli Uffici scolastici regionali che distribuiranno i ruoli, tenterà di incrociare desiderata e disponibilità di cattedre, di fatto a questi professori potrebbe essere offerto un posto in qualsiasi provincia, anche al di fuori di quelle vicine a casa.E chi non accetta, è fuori dalle graduatorie, e dalle assunzioni. Secondo l’Anief, si tratta di un «ricatto». Per Maria Coscia, Pd, relatrice del provvedimento alla Camera, bisogna invece ricordare sempre che i precari «vengono assunti sulla base delle esigenze dell’amministrazione scolastica e non viceversa: non si possono creare posti laddove le graduatorie sono stracolme». Per loro la procedura sarà molto diversa: dal 14 luglio al 15 agosto si aprirà una finestra in cui i professori che sono nelle categorie di potenziali assunti potranno compilare online una «domanda» di assunzione. Per essere poi chiamati solo a partire dal 15 settembre.

 
La mobilità straordinaria

Dovrebbe essere questa la svolta per chi, costretto a far le valigie e a partire per accettare l’incarico, potrà l’anno prossimo chiedere un trasferimento subito, in deroga quindi alla norma che prevede che debbano trascorrere almeno tre anni. Ma in realtà anche questa potrebbe nascondere un tranello: la mobilità infatti riguarderà la totalità degli insegnanti. «E prevarrà la scelta di chi ha maggiore anzianità di servizio», chiarisce l’on.Coscia. Significa che chi è stato assunto negli anni precedenti avrà priorità nello scegliere la sede, e i neo assunti si troveranno quindi a dover stabilire la propria vita per alcuni anni altrove, se vogliono mantenersi stretto il ruolo nella scuola. «Speriamo che nella fase attuativa della riforma si aggiusti quanto indicato nella legge approvata. Ovvero, che non si obblighi il personale, nelle preferenze sulle assunzioni da attuare, ad inserire tutte le province italiane». Ma la linea politica non sembra essere questa. E infatti l’opzione «rinuncia» è ben contemplata nelle stime del ministero, che continua a parlare di numeri «approssimativi» e non definitivi non potendo prevedere le scelte dei potenziali prof.

 
I tempi

Il fatto che l’assunzione giuridica valga per tutti dal 1° settembre non vuol dire che tutti saranno effettivamente pagati dal 1° settembre, indipendentemente dalla loro posizione. Sarà solo la firma del contratto a determinare la partenza dello stipendio da prof a tempo indeterminato. E i tempi di scelta saranno molto diversi per le differenti categorie. I professori «blindati», quelli con cattedra da turn over, potranno prendersi addirittura un anno prima di decidere, nel caso abbiano un altro lavoro e abbiano bisogno di tempo per organizzarsi. Possono firmare il contratto, e tornare in classe l’anno dopo. Quelli che hanno un incarico di supplente annuale, restano al loro posto, firmano il contratto, ma avranno lo stipendio da indeterminato solo dal 1° luglio, quando entreranno effettivamente nel ruolo a loro destinato. Infine, gli insegnanti dell’organico potenziato, potranno prendersi solo una piccola pausa di riflessione, ovvero quella legata ai tempi giuridici del preavviso legato ad un eventuale contratto (15 giorni o un mese, a seconda dei contratti): ma poi dovranno licenziarsi e andare nella scuola a cui sono predestinati. Questo meccanismo dovrebbe permettere a tutti di non rimanere senza busta paga, assicura il Miur. Ma il meccanismo è delicato, e non tiene conto di tante diversissime posizioni. «Se ad esempio ricevo nei prossimi giorni un’offerta di contratto a tempo determinato - rileva un precario- potrei rifiutarla perché sono sicuro dell’assunzione a scuola. Ma se poi la nomina ritarda o è difficile da accettare, ad esempio se è molto lontana da casa, mi potrei pentire». E trovare senza stipendio.


Presentazione del libro il 18 novembre, ore 15:30
Archivio del Lavoro, Via Breda 56 (Sesto San Giovanni).

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