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«Io, insegnante precaria, se verrò assunta finirò in un ufficio tecnico»

Iscritta alla graduatorie ad esaurimento, sarà di ruolo dal primo settembre, ma la sua cattedra in informatica gestionale sta scomparendo

19/02/2015
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Corriere della sera

Manuela Dalbesio ha 37 anni e vive a Busca, in provincia di Cuneo: è una delle due insegnanti precarie nelle Graduatorie ad esaurimento per le classi di concorso 300 e 310, informatica gestionale e informatica industriale, per le quali ha preso l’abilitazione nel 2007 con una Scuola di specializzazione.

Quindi sarà sicuramente assunta con il prossimo piano annunciato per la Buona scuola. Giusto?

«No, io non do niente per scontato- ride Manuela- Ne ho viste di tutti i colori negli ultimi anni, e non posso sapere se succederà ancora qualcosa. Ho visto colleghi comprarsi due punti con i corsi a pagamento e saltare diversi posti in graduatoria, non sono così sicura che sarò assunta come tutti credono».

Ma lei ha sempre lavorato?

«Assolutamente sì, e mi devo ritenere fortunata, anche se negli ultimi anni i laboratori sono stati tartassati, e quindi le cattedre per le C300 e le C310 sono praticamente scomparse».

Cosa intende?

«Che non ci sono più posti per gli insegnanti di informatica e di fisica: tagliando i laboratori, hanno inevitabilmente tagliato anche le ore. I miei colleghi assunti a tempo indeterminato spesso fanno sostituzioni, oppure devono dividere la cattedra tra più scuole. Io attualmente per fare sedici ore sono costretta ad andare in quattro scuole diverse, in due Comuni differenti: perché le uniche classi in cui posso insegnare informatica di base sono le prime, e ovviamente ogni istituto non ha più di due prime ogni anno».

Cosa succederà quando sarà assunta?

«Se sarò assunta, non è detto che mi ritroverò ad avere un posto fisso, come speravo. E’ molto probabile che debba, per raggiungere le 18 ore, finire per lavorare anche in 9 scuole diverse, facendo la trottola. Oppure farò la tappabuchi, cioè le sostituzioni, come fanno molti colleghi, senza poter mai avere una continuità didattica. Ma c’è anche un’altra ipotesi forse peggiore…»

Cioè?

«Quella di finire nell’ufficio tecnico scolastico, quello che seleziona i macchinari e le attrezzature informatiche per la scuola. Un altro lavoro, rispetto a quello di insegnante».

I nuovi assunti non avrebbero dovuto migliorare l’offerta didattica, oltre ad offrire una stabilità a migliaia di precari?

«Avrebbero dovuto, appunto. In realtà ci sono classi di concorso per le quali non esistono più cattedre, e quindi gli insegnanti neo assunti potranno essere spostati su classi di concorso affini. Significa che ad esempio un docente di elettronica finirà a insegnare elettrotecnica, per dire. Non è la stessa cosa.E come farà ad aggiornarsi per dare il meglio agli studenti? Dovrà studiare e formarsi, se ne ha voglia, e possibilità. Ma autonomamente, a quanto sappiamo non esisterà alcuna possibilità di formarsi per le nuove cattedre».

Ma lei lo accetterà comunque il posto?

«Certo, non posso fare altrimenti:ho una figlia di 4 anni che cresco da sola. Ma so che, da assunta, con l’incertezza di non sapere bene ogni giorno cosa andrò a fare, sarò sempre una precaria».


Presentazione del libro il 18 novembre, ore 15:30
Archivio del Lavoro, Via Breda 56 (Sesto San Giovanni).

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