ItaliaOggi: Enti di ricerca, si cambia ancora
Il restyling nel ddl delega della Gelmini
Enti di ricerca si cambia ancora. Dopo il governo di centro-sinistra ci pensa il ministro dell'istruzione, università e ricerca Mariastella Gelmini a rimettere mano al sistema, limando la legge 165 del 27 settembre 2007 «recante delega al governo in materia di riordino degli enti di ricerca». In base a quel testo il governo era autorizzato ad adottare uno o più decreti legislativi entro 18 mesi per promuovere e razionalizzare le attività nel settore della ricerca e garantire autonomia, trasparenza ed efficienza nella gestione degli enti pubblici nazionali di ricerca, riordinando i loro statuti e organi. Il numero uno di Viale Kennedy riparte dagli stessi principi ma nello schema di disegno di legge approvato in consiglio dei ministri il 1° agosto all'articolo 12 va ancora oltre prolungando, innanzitutto, la delega dai 18 mesi iniziali a 30. Inoltre alla lettera b dello stesso articolo specifica che, ad essere formulati e deliberati, non saranno solo gli statuti degli enti ma anche quattro regolamenti e precisamente di amministrazione, finanza e contabilità e del personale. Inoltre nel sopprimere la frase, «il ministro dell'università e della ricerca esercita il controllo di cui alla presente lettera sentite le Commissioni parlamentari competenti, le quali si esprimono entro 30 giorni dalla data della richiesta del relativo parere», toglie qualsiasi verifica da parte del parlamento e lascia quale unico arbitro il governo. Infine un punto che ha fatto infiammare i sindacati di categoria: il dl 165 prevedeva che, nel periodo transitorio, gli statuti venissero scritti da componenti dei consigli scientifici e quindi rappresentanti la comunità scientifica dell'ente e da cinque nominati dal ministero dell'università. Ora, invece, gli statuti saranno scritti da persone di nomina governativa mentre i componenti dei consigli scientifici saranno solo «sentiti». Il che, secondo la FlcCgil, toglie ogni valore alla legge delega e non solo perché, è la polemica, il punto dello stesso articolo permette ogni tipo di accorpamento o scorporo degli enti, perché toglie la limitazione ai tre settori che erano indicati nella legge (settori della fisica della materia, dell'ottica e dell'ingegneria) e dà al governo mano libera «mediante i decreti legislativi a procedere ad accorpamenti o scorpori, anche parziali, con conseguente attribuzione di personalità giuridica, di enti o di loro strutture». |