ItaliaOggi: Prof, scatta la selezione preventiva
La Gelmini: troppi insegnanti. Un regolamento riscriverà le regole di accesso all'università
Di Alessandra Ricciardi
Una gara nazionale ab initio e poi controlli a livello regionale
L'assunto è che gli insegnanti abilitatisi negli anni, e che ora premono per un posto fisso, sono troppi. Tanto da non consentire di dare più soldi alle scuole per il loro funzionamento, ha detto il ministro dell'istruzione rispondendo nei giorni scorsi a una interrogazione di Emanuela Ghizzoni (Pd) alla camera. In realtà, «si sarebbe dovuto procedere ad una razionalizzazione del personale della scuola, cosa che non è stata fatta», ha detto Mariastella Gelmini, puntando l'indice contro il governo Prodi reo dell'omissione, «il risultato è stato un taglio di 560 milioni di euro degli stanziamenti relativi alle spese di funzionamento delle scuole», come effetto della clausola di salvaguardia prevista dalla Finanziaria 2007. Insomma, non si è razionalizzato il personale e il risultato è stato un impoverimento del servizio. Ora, a invertire la rotta, ci penserà la stessa Gelmini con un regolamento sulla formazione degli insegnanti che, secondo quanto risulta a ItaliaOggi, è in corso di definizione. E così mentre con il disegno di legge Aprea (si veda l'articolo in pagina) si dovranno riscrivere le regole sulla professione (tre gradini professionali per la carriera dei docenti) e la governance degli istituti, la formazione sarà stralciata e deferita a un regolamento ministeriale. Un provvedimento che manda in soffitta l'attuale sistema delle Siss, le scuole superiori di abilitazione. Il provvedimento prevede percorsi formativi a numero programmato e con prova di accesso preventivo a livello nazionale. Ma l'ingresso selezionato non sarà garanzia di accesso alla professione. Anzi. Per esempio, per insegnare nella scuola superiore dopo la gara nazionale propedeutica all'università, si ipotizza un percorso formativo di 5 anni. L'abilitazione all'esercizio della professione si consegue con una verifica positiva al termine del tirocinio di un altro anno. A cui, però, non si accede in automatico. Il regolamento, a cui stanno lavorando gli esperti della Gelmini, infatti prevede che l'apertura dell'anno di tirocinio formativo sia subordinata alla previsione annuale di esigenze di docenti a livello regionale. Senza necessità di professori, niente tirocinio e niente abilitazione. Dalla selezione preventiva nazionale alla autorizzazione regionale, in futuro l'iter per diventare insegnanti sarà dunque a ostacoli. Il nuovo meccanismo dovrebbe partire dal 2011/2012. I percorsi saranno diversificati tra scuola dell'infanzia e primaria, da un lato, e secondaria di primo e di secondo grado, dall'altro. Per il primo canale, è prevista una laurea quinquennale in cui è compreso il tirocinio. L'accesso è sempre subordinato al superamento di una prova nazionale. Oggi per infanzia ed elementare, l'iter prevede 4 anni di università in Scienza della formazione primaria, il cui titolo finale ha valore abilitante. In assenza di un concorso selettivo, il docente può iscriversi nella seconda fascia delle graduatorie di istituto per la chiamata alle supplenze. Nella scuola secondaria inferiore e superiore, invece, l'attuale percorso è più lungo di quello previsto dal regolamento Gelmini: laurea di cinque anni e poi la Ssis, di due anni, che consente di agguantare l'abilitazione. Tra le altre novità del provvedimento in arrivo, le classi di abilitazioni e i punteggi per i crediti formativi. Niente, invece, sull'assunzione. Per le modalità di accesso al lavoro la riforma è rinviata al ddl Aprea.