L'alternanza anche per i liceali. Debutta il registro delle imprese
Per tecnici e professionali si raddoppia: 400 ore l'anno
Emanuela Micucci
Cento milioni di euro all'anno per l'alternanza scuola-lavoro. Il Miur investe su questi percorsi che, con la riforma della scuola, escono dall'occasionalità e diventano strutturale. L'alternanza, infatti, sarà per tutti gli studenti delle superiori con almeno 400 ore negli istituti tecnici e nei professionali e almeno 200 ore nei licei. E riguarderà anche gli allievi dei percorsi triennali di istruzione e formazione professionale (IeFP) dei centri accreditati dalle regioni. Si partirà con le terze classi del prossimo anno scolastico, garantendo così un'introduzione graduale dei percorsi necessaria sia alle scuole sia alle imprese. Si farà in azienda, ma anche in istituti pubblici e privati, musei, terzo settore, enti attivi nei settori del patrimonio ambientale e di promozione sportiva riconosciuti dal Coni. Si potrà svolgere anche d'estate e all'estero. Sarà predisposta una Carta dei diritti e dei doveri degli studenti in alternanza attraverso un decreto del Miur, di concerto con i dicasteri del lavoro e della pubblica amministrazione, sentito il Forum nazionale delle associazioni studentesche che ha già elaborato una propria proposta.
È previsto che i ragazzi possano esprimere una valutazione sull'efficacia dei percorsi effettuati. Corsi sulla tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro formeranno gli studenti in alternanza. Sarà istituito, dal prossimo anno scolastico, un Registro nazionale dell'alternanza, attivo presso le camere di commercio e in cui saranno visibili enti e imprese disponibili a svolgere questi percorsi, il numero massimo di alunni ammissibili e i periodi dell'anno dedicati all'alternanza. Con il ddl sulla Buona Scuola, appena approvato dal Senato, per la prima volta potranno accedere agli Its, gli istituti tecnici superiori post-diploma, anche i ragazzi dell'IeFP che hanno conseguito il diploma quadriennale o frequentato un anno nell'IeFTS.
Per rendere coerente la formazione con l'orientamento al futuro, il 30% dei fondi che lo Stato stanzia per gli Its sarà legata agli esiti occupazionali dei loro diplomati. Nonostante l'alto tasso di inserimento nel mondo del lavoro dei loro diplomati, le fondazioni sono bloccate dalla burocrazia. Il ddl semplifica alcune misure così da promuovere questi percorsi: con un decreto del Miur, entro 90 giorni dall'approvazione della riforma della scuola, saranno emanate linee guida a sostegno delle politiche di istruzione e formazione sul territorio e dello sviluppo dell'occupazione giovanile. Queste, tra l'altro, snelliranno lo svolgimento delle prove conclusive dei percorsi. Per il riconoscimento della personalità giuridica da parte del prefetto, doteranno le fondazioni di partecipazione cui fanno capo gli Its di un patrimonio, uniforme in tutta Italia, non inferiore a 50.000 euro, che garantisca la piena realizzazione di un ciclo completo di percorsi. Le fondazioni già esistenti potranno attivare nel territorio provinciale altri percorsi anche in filiere diverse, seguendo l'iter di autorizzazione e purché siano dotate di un patrimonio almeno di 100.000 euro.