L'Unità on line - Un dipendente pubblico su tre ha scelto la Cgil
Un dipendente pubblico su tre ha scelto la Cgil. In calo gli autonomi di Bruno Ugolini Una Cgil che strappa consensi elevati tra i lavoratori pubblici. Non è una notizia dappoco se si pensa al...
Un dipendente pubblico su tre ha scelto la Cgil. In calo gli autonomi
di Bruno Ugolini
Una Cgil che strappa consensi elevati tra i lavoratori pubblici. Non è una notizia dappoco se si pensa alle polemiche che hanno assediato nell'ultimo anno la principale Confederazione italiana e ai tentativi più che mai in corso di isolarla nel Paese e di dividerla dagli altri sindacati. I primi dati delle elezioni delle Rappresentanze sindacali unitarie dicono, infatti, che il sindacato di Cofferati sfiora in alcuni luoghi il 50 per cento dei voti. E' una conferma perché già nelle precedenti elezioni aveva conquistato una buona affermazione. Come ha spiegato il segretario del sindacato di categoria, Laimer Armuzzi "la Fp Cgil si conferma il primo sindacato, incrementando in termini
percentuali ed assoluti il proprio consenso, e arrivando a rappresentare un
lavoratore su tre nel mondo del lavoro pubblico". L'elemento interessante,
però, è dato dal fatto che le organizzazioni autonome, tradizionali in
questo comparto, perdono voti e delegati. E' una vittoria, insomma, del
sindacalismo generale, sotto le bandiere di Cgil, Cisl e Uil, una vittoria
del sindacato come soggetto politico autonomo e che tenta di uscire dal
corporativismo.
I seggi allestiti sono stati oltre 11 mila. Un particolare significato acquista il successo della Cgil al Comune di Milano, teatro di un accordo separato, dove supera i 3.500 voti su un totale di 11 mila votanti e nonostante la presenza di molte liste autonome.
Un'affermazione non scontata, dunque. Nelle precedenti elezioni si era parlato di consensi alla Cgil collegati anche alla presenza di un governo di centrosinistra, quasi un'insinuazione di voto clientelare. Il voto odierno,
con la riconferma delle adesioni, suona come una fiducia alla coerenza, in
un momento difficile, con un contratto in piedi e un governo che addirittura
straccia l'accordo formulato con Ciampi nel 1993, quello che al posto della
scala mobile prevedeva un assetto contrattuale capace di garantire salari e
stipendi dall'inflazione. Oggi la legge Finanziaria prevede un aumento di
nove mila lire contro le 75 mila previste per i lavoratori pubblici. Un'offerta vergognosa che si accompagna ad altre iniziative, come quella di voler cominciare a smantellare lo Statuto dei lavoratori. Per non parlare di
sanità, mercato del lavoro, pensioni.
Il voto di ieri, alla Cgil, ma anche a Cisl, e Uil, dovrebbe dare forza ad un impegno forte, non solo per contrastare le sortite del governo, ma anche per sostenere una piattaforma alternativa sui diversi terreni.