La proposta di legge di Formigoni sul reclutamento del personale docente della scuola
Osvaldo Roman
L’iniziativa del governo regionale Lombardo sul reclutamento degli insegnanti si presenta sia come un tentativo di unificare PDL e Lega sul terreno di un impegno comune, in un periodo caratterizzato da gravi turbative all’interno del Centrodestra, sia come una mossa volta ad anticipare su tale materia l’intervento del Governo nazionale preannunciato dal Ministro Profumo.
L’articolo proposto, con una modifica da apportare alla legge regionale 6 agosto 2007, n. 19 (Norme sul sistema educativo di istruzione e formazione della Regione Lombardia) prevede che “a partire dall’anno scolastico 2012/2013, le istituzioni scolastiche statali possono organizzare concorsi differenziati a seconda del ciclo di studi, al fine di reclutare personale docente necessario a svolgere le attività didattiche annuali. Si prevede inoltre che sia ammesso a partecipare alla selezione il personale docente del comparto scuola che conosca e condivida il progetto e il patto per lo sviluppo professionale, che costituiscono parte integrante del bando di concorso di ciascun istituto scolastico. Le modalità di espletamento del bando di concorso dovrebbero essere definite, con deliberazione della Giunta regionale”.
La formulazione della proposta presenta una notevole ambiguità perché riferendosi ad “una selezione per reclutare personale docente necessario a svolgere le attività didattiche annuali” sembrerebbe rivolgersi a “personale già in servizio” e in qualche modo già reclutato, in specie se operante nelle scuole statali, da utilizzare non nelle attività didattiche ordinarie ma per “attività annuali” quindi legate al progetto di istituto. In realtà, per come è formulata, la norma potrebbe consentire, come ha chiarito in questi giorni il neo assessore Valentina Aprea, qualsivoglia reclutamento per qualsivoglia disciplina e tipo di concorrente nell’ambito delle nomine annuali a tempo determinato. Si tratterebbe in ogni caso di una modifica che riguarda norme attualmente regolate da una legge dello Stato.
Comunque la si voglia presentare sia nella prima ipotesi sia più in generale la norma si colloca su un terreno di chiarissima incostituzionalità. Il governo dei tecnici, se non si vuole dequalificare definitivamente dopo l’infelice sortita sulle cosiddette semplificazioni per l’autonomia e per l’edilizia scolastica, non può cincischiare su una siffatta materia!
Infatti è noto a chiunque si occupi anche superficialmente della materia che il reclutamento dei docenti, sia a tempo indeterminato che con nomina annuale, come competenza legislativa esclusiva si colloca pacificamente fra le norme generali sull’istruzione di cui alla lettera n) dell’art.117 della Costituzione.
E’ altrettanto pacifico (art.117) che le potestà regolamentare sulle materie di competenza legislativa esclusiva spetta allo Stato salva delega alle Regioni. Inoltre (per l’art.118) lo Stato può delegare solo con legge alle Regioni proprie competenze amministrative.
E’ evidente dunque che nessuna legge regionale, come quella in questione, può attribuire alla Regione competenze amministrative statali.
L’iniziativa di Formigoni è quindi esclusivamente propagandistica e volta allo scopo di trovare un terreno di convergenza tra Lega e PDL che su queste stesse materie si sono finora prodotti in numerosi tentativi tutti finiti nel nulla.
Infatti già il pdl Aprea, presentato all’inizio della legislatura e ripresentato il 25 gennaio scorso dopo un infruttuoso lavoro del Comitato ristretto della VII commissione della Camera, prevedeva un reclutamento fondato su albi regionali degli abilitati e su concorsi per titoli a livello di reti scolastiche.
Sulla stessa scia si collocavano le diverse proposte di legge della Lega sia alla Camera che al Senato. In quella presentata nel 2008 e poi ripresentata nel 2010 (A.C. n. 3357), si prevedeva, in conseguenza del trasferimento alle Regioni del personale, anche quello delle funzioni amministrative, attualmente spettanti allo Stato perché corrispondenti a funzioni legislative esclusive che gli competono. Tra queste competenze quella di gestire i concorsi del personale statale una volta trasferito ad una gestione amministrativa regionale.
Un siffatto trasferimento di competenze amministrative, con apposita legge statale, è previsto dalla nostra Costituzione. Quello che purtroppo sfuggiva al legislatore leghista e che invece non è previsto (se non con le procedure di cui all’art.116 della Costituzione) è il trasferimento di quelle medesime funzioni legislative esclusive. Di tali funzioni infatti si tratta quando si trasferiscono ai regolamenti regionali, intendendoli come atti amministrativi, la regolamentazione di materie come la definizione delle caratteristiche generali del sistema concorsuale. Fra queste le modalità di svolgimento e i requisiti di accesso ai concorsi. Si tratta di materie intangibili a livello delle singole regioni che in tale caso non possono essere oggetto di trasferimento amministrativo e possono essere regolate solo e direttamente da una legge dello Stato.
La recente proposta lombarda va oltre perché in questo caso è la legge regionale che trasferisce alla regione le competenze amministrative statali in materia di concorsi! Ciò evidentemente avviene perché si ritiene provocatoriamente (non si tratta di un errore!) che il reclutamento non sia rientrante tra le norme generali ma tra le materie su cui la regione esercita una potestà legislativa concorrente o esclusiva. In tal caso anche in assenza di specifici principi fondamentali la legge regionale si può fare! Si come la polenta!
Sugli albi regionali riservati ai residenti, sull’accesso ai medesimi dei docenti con commissioni di nomina politica locale e sul reclutamento per titoli da parte delle scuole si sono dunque esercitate le proposte della Lega ivi compresa quella presentata dal sen Pittoni nel 2008 (A.S. n 997). Nel 2010 lo stesso Pittoni ha presentato un nuovo disegno di legge n.2411 di cui si conosce ancora oggi solo il titolo. Infatti del DDL dal titolo “Disposizioni per l'istituzione di albi regionali per il reclutamento del personale docente presentato in data 27 ottobre 2010; annunciato nella seduta n. 446 del 27 ottobre 2010, il testo non è ancora disponibile al Senato
Da questa montagna di proposte in questi giorni in Lombardia si tenta di far nascere la pantegana rappresentata dal suddetto articolo della proposta regionale.
Questo avviene dopo che, con l’affossamento dell’attuazione del Titolo V della Costituzione in materia d’istruzione, il federalismo concepito dal governo Berlusconi-Bossi ha saputo realizzare solo i tagli della Gelmini e la riduzione di ben 14 miliardi, dal 2010 al 2014, nei trasferimenti finora garantiti alle Regioni e agli enti locali.