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La protesta delle mutande. «Così avete ridotto la scuola»

Cortei si sono svolti a Viterbo, Campobasso, Torino, Palermo e Cosenza. Fiaccolata a Bari

30/10/2010
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l'Unità

Gioia Salvatori

«Nell’ignoranza la sottomissione, nella conoscenza la ribellione». Con questo motto in testa, con un occhio a un futuro di precarietà che li preoccupa e con tanta voglia di farsi sentire, ieri gli studenti medi sono scesi in piazza, sotto l’egida dell’UdS, in diciotto città italiane. Con flash mob con cazzuola e mattoni per dire che l’edilizia scolastica troppo spesso è trascurata, con striscioni «contro tagli e precarità», hanno voluto dire che non mollano e rilanciano: al ministro dell’Istruzione Maria Stella Gelmini chiedono di leggere la loro AltraRiforma, di essere ascoltati. Con gli universitari vogliono una legge per il diritto allo studio, lo stop del ddl Gelmini, reddito di cittadinanza per chi è in formazione.

 

LA CONTRORIFORMA DEGLI STUDENTI Novembre sarà il mese della controriforma degli studenti: nasce dal basso e sarà al centro delle mobilitazioni dei prossimi giorni. Il coordinamento universitario Link ha anche lanciato un sito internet per una piattaforma partecipata, un simil wikipedia che si trova all’indirizzo www.wikisaperi.org. «Ci saranno, assemblee e occupazioni in diverse città per protestare contro il ddl Gelmini ma anche per dire che abbiamo proposte concrete per il ministro: guardiamo alla Francia, alle proteste di questi giorni, e chiediamo un futuro più garantito, oltre che più fondi per la scuola e per l’edilizia scolastica», dice Tito Russo, coordinatore nazionale dell’UdS. Obiettivo: far sì che la scuola non stia più in mutande. L’indumento che ieri le migliaia di studenti che hanno sfilato a Roma e protestato sotto il Miur, portava in testa. «La qualità della scuola non dipende dalla quantità dei finanziamenti», ha detto il ministro Gelmini e ribadendo che la riforma dell’università «può essere portata a termine con l’aiuto delle forze più riformiste, anche se le risorse a breve non ci sono». Cortei, ieri, si sono svolti anche a Viterbo, Campobasso, Torino, Palermo, Cosenza. A Trapani alle 9, in diversi istituti, è stato esposto uno striscione con su scritto “AltraRiforma”, a Siena in piazza delCamposi è tenuta una lectio sull’edilizia scolastica «contro le scuole all’amianto», a Bari c’è stata una fiaccolata e in diverse città flash mob con studenti-muratori, di fronte alle scuole. Oggi, invece, è il giorno dei docenti precari della scuola con il corteo nazionale organizzato dall’Unicobas a Napoli, e lo sciopero. Al corteo che partirà da piazzale Garibaldi alle 14, ci saranno anche gli studenti che sfileranno anche in un altro corteo, insieme ai comitati contro la discarica, da Boscoreale a Terzigno.Anche a L’Aquila l’onda studentesca affianca i comitati: oggi l’UdS manifesta nel capoluogo abruzzese, alle 9.30, da villa Comunale a piazza d’Armi, per denunciare i ritardi nella ricostruzione e dire che gli studenti vigileranno, che «non permetteremo che altre scuole crollino per un terremoto». Poi sarà la volta dei cortei di Milano e Genova (4 novembre) e delle occupazioni. Tutto in vista del 17 novembre: la giornata internazionale studentesca istituita durante il social forum del 2004 di Mumbai. La scuola, sì, ma anche il welfare, «liberi tutti» sarà il titolo di una giornata finalizzata a chiedere l’indipendenza economica per chi è in formazione, il reddito di cittadinanza per gli studenti. Unvecchio tema, una richiesta che, coi tagli di Tremonti, sa di utopia nonostante gli oltre 100 cortei previsti quel giorno.


Torna l’appuntamento in cui le lavoratrici
e i lavoratori di scuola, università, ricerca
e AFAM possono far sentire la loro voce.

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