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La riforma della scuola di Renzi

I presidi potranno scegliere i prof Confermate le centomila assunzioni nel 2015-2016 per coprire le cattedre vacanti Il premier: "Mai più classi pollaio, basta supplenti". Duecento milioni per i docenti

13/03/2015
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La Stampa

CARLO BERTINI – ROMA

 Batte e ribatte sul tasto che questa non è una semplice riforma della scuola, ma una «rivoluzione strepitosa», non solo perché dice il premier si assumeranno sì 100 mila precari, ma «esaurite le graduatorie punto, si fanno i concorsi, chi li vince entra, chi li perde sta a casa»; ma anche perché si introduce «per la prima volta in Italia il principio di merito». Matteo Renzi scende in conferenza stampa dopo che il Consiglio di ministri ha approvato un disegno di legge sulla scuola che verrà trasmesso alle camere. E lancia un «appello al Parlamento a fare presto» ad approvarlo. Renzi arriva in sala stampa con Stefania Giannini e Graziano Delrio con l'espressione entusiasta di chi ha messo il sigillo su uno dei provvedimenti più importanti del suo governo. «Questa è la riforma principale per il nostro Paese ne siamo sempre più convinti ed orgogliosi». Il Consiglio dei ministri è filato liscio come l'olio, senza polemiche. Sono state definite anche le linee di un disegno di legge sulla Rai che sarà approvato alla prossima riunione. Il premier non lesina battute contro chi, come i grillini, vorrebbe nominare per «sorteggio» chi deve comandare in Rai, rivendica il diritto-dovere di designare un capo azienda con forti responsabilità. E snocciola le novità, come quella di un cda di sette membri, quattro dei quali, compreso il presidente indicato dal governo, eletti dal Parlamento in seduta comune. Poi il premier se ne va, senza prendere domande sul tema, vuole dare più risalto possibile alle norme sulla scuola, che illustra con dieci slides e senza lesinare risposte ed esempi a raffica. La corsa contro il tempo Dunque da lunedì le Camere si troveranno di fronte un testo sulla scuola che fissa diversi punti chiave: una scuola autonoma, con il preside che potrà scegliere i suoi insegnanti da un albo a chiamata diretta e gli stessi presidi saranno valutati nel loro operato. Non più classi pollaio e basta supplenti. E una grande innovazione, la «carta del prof.», i docenti avranno 500 euro da spendere per la propria formazione, «perché un buon insegnante deve saper migliorare se stesso». E quindi avranno «50 euro al mese per dieci mesi, per comprare biglietti di teatri, concerti e altro. Insomma il messaggio è mettetevi in gioco». Premiato chi fa bene Ma è sulla valutazione del merito che il premier reagisce alle critiche di chi dice che si poteva fare di più. «Gli scatti di anzianità non sono stati cancellati perché sarebbe stato l'unico comparto del pubblico impiego a non averli. Ma si mette una cifra aggiuntiva sul merito. Le modalità su cui ciascuna scuola premierà saranno decise dal preside. Per la prima volta in 70 anni si son messi 200 milioni sul merito degli insegnanti. Non sono noccioline». E in questa chiave sarà fondamentale il principio della «totale trasparenza, tutti i curriculum e i bilanci on line, anche quelli delle singole scuole». Altra novità: sarà rafforzato l'insegnamento di musica, arte, l'educazione motoria e lingue, «basta con l'inglese appiccicaticcio». Rai in mano «ai più bravi» «Con buona pace di chi ci dice che vogliamo espropriare il Parlamento e non ascoltare i lavoratori», nel nuovo cda entrerà una figura espressione dei dipendenti, due saranno di nomina governativa e altri quattro votati dalle Camere riunite come per Csm e Consulta. «Noi vogliamo spalancare la Rai e dare forza all' azienda di poter competere a livello internazionale». Renzi liquida in malo modo chi propone «il sorteggio che fa abdicare la politica dalle proprie responsabilità. I sorteggi li fa l'Enalotto, la differenza tra chi fa il leader e chi fa l'Aventino è che noi vogliamo mettere i più bravi a guidare la Raí. E se volessimo mettere le mani sulla Rai basterebbe rinnovare il cda a scadenza con la Gasparri per avere la maggioranza dei suoi membri». Gli scatti d'anzianità non sono aboliti, ma per la prima volta soldi sul merito degli insegnanti 50 euro al mese per dieci mesi ai prof per teatri, concerti e altro


Presentazione del libro il 18 novembre, ore 15:30
Archivio del Lavoro, Via Breda 56 (Sesto San Giovanni).

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