La scuola testa la riforma Boschi
Alla camera le modifiche decisive al ddl Giannini. E audizioni congiunte con il senato. Il provvedimento al vaglio del Colle. Il tempo stringe
di Alessandra Ricciardi
La strada individuata è irta di difficoltà, ma al momento pare l'unica in grado di far approvare entro aprile la riforma della scuola senza ricorrere a un decreto legge, almeno sulla parte più urgente, quella delle assunzioni. Il percorso, discusso a livello parlamentare con il ministro dei rapporti con il parlamento, Maria Elena Boschi, consiste nel condensare presso la sola camera tutti gli emendamenti, ritenuti irrinunciabili dai partiti di maggioranza, al disegno di legge di riforma Giannini-Renzi.
Come i tecnici di viale Trastevere hanno chiarito, per effettuare le 100mila assunzioni per settembre è indispensabile avere al massimo entro fine aprile il via libera al provvedimento. E questo costringerà il parlamento a una prova di velocità che certamente porterà sulle barricate le opposizioni pronte ad accusare il governo di comprimere il ruolo parlamentare di Palazzo madama. L'ipotesi in campo è che gli emendamenti da presentare alla camera siano concordati preventivamente tra i gruppi dei due rami del parlamento, come avviene per i decreti legge quando è impossibile procedere a una successiva lettura. «Per noi del Pd non sarebbe un problema, la linea è unitaria, ma aver scelto la strada del disegno di legge significa aver voluto garantire che entrambe le camere possano intervenire», chiarisce Francesca Puglisi, capogruppo pd in commissione VII al senato e responsabile scuola del partito democratico, che poi lancia un appello: «È opportuno che ciascuno adotti un comportamento responsabile per rendere il prima possibile attuabile la riforma».
Che effettivamente poi al senato sia possibile avere una maggioranza capace di autolimitarsi e reggere compatta agli assalti delle opposizioni è tutto da dimostrare. Intanto si parte con le audizioni congiunte, proposte dal presidente della commissione cultura di Palazzo Madama, il renziano Andrea Marcucci, che vanno proprio nel senso di una condivisione dell'iter in un percorso parallelo. Il ddl però non è ancora sbarcato alla camera: ottenuta la bollinatura del ministero dell'economia, l'articolato è stato inviato dal Dagl, il dipartimento affari giuridici di Palazzo Chigi, al Colle per la verifica preventiva da parte del presidente, Sergio Mattarella. Anche se il testo dovesse approdare in settimana a Montecitorio, per le audizioni si va ormai alla prossima.