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La Stampa-Quell'inedita alleanza umbra tra commercianti e no global

DUE SOCI PARADOSSALI E UN SINDACO EX DEMOCRISTIANO PER SPOSTARE IL MEETING DALLA CITTÀ Quell'inedita alleanza umbra tra commercianti e no global SINGOLARI esperimenti e inedite alleanze um...

18/12/2001
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La Stampa

DUE SOCI PARADOSSALI E UN SINDACO EX DEMOCRISTIANO PER SPOSTARE IL MEETING DALLA CITTÀ
Quell'inedita alleanza umbra tra commercianti e no global

SINGOLARI esperimenti e inedite alleanze umbre. Per capirci: sulla vicenda degli stati generali della scuola, a Foligno s'è assistito alla prima convergenza fino a oggi registrata tra commercianti e popolo no global. Un'alleanza nei fatti, non un patto programmatico. Ma tant'è: tutti e due non volevano l'incontro in città. Tutti e due adesso cantano vittoria. Naturalmente, con motivi opposti. La galassia del "movimento" cittadino esulta perché definisce "disastroso" il piano della Moratti. Sono diciottenni delle scuole; il Social forum locale, che qui è molto istituzionale; i "disobbedienti" che hanno da poco inventato un "Collettivo", e uno di loro, con linguaggio algebrico volutamente sinistro, definisce i progetti del ministero "l'equazione Bertagna (dal nome della commissione che ha ideato il piano, ndr.), più tecnica ma meno cultura". E però esultano anche i negozianti di una città che molto conta sulle spese di Natale, "altroché - dice Aldo Amoni, assicuratore - abbiamo vinto noi". Qualcuno si spinge oltre ed estrae i dati: "Se avessimo chiuso Foligno per tre giorni durante le feste avremmo perso, lira più lira meno, quindici miliardi". Dove sta la vera Foligno? Probabilmente, in mezzo. Di certo, se i negozi aperti nei tre giorni sotto Natale valgono quindici miliardi - sette milioni e quasi 744 mila euro - gli antiglobal non ci stanno, e si arrabbiano, perché qui non è questione di denari ma di istruzione. "Questa non è una vittoria bottegaia", dice Giacomo, diciottenne che come primo lavoro studia al classico "Frezzi" e naturalmente ha partecipato ai dodici giorni di occupazione antimorattiana del liceo ("occupazione vera, mi raccomando"). Come secondo lavoro fa il portavoce dei "disobbedienti", i "casariniani" della provincia appena riunitisi in un collettivo indipendente dal Social forum locale, e assicura: "Dialoghiamo anche con loro, con il forum moderato". In effetti, il Foligno social forum è molto politically correct, con i tre capi tutti dentro le istituzioni, il consigliere comunista Giancarlo Piselli, il collega verde Luigi Rambotti, il sacerdote, don Gianfranco Sebastiani. In provincia don camilli e pepponi sono ancora amici e condividono l'avversione alla nuova scuola. Tanti dei più "arrabbiati", invece, sono nel movimento studentesco, negli ultimi quindici giorni a Foligno ci sono state due manifestazioni delle scuole, l'ultima venerdì scorso. Clima acceso, passionale: pensate, il liceo classico s'è spaccato in due perché il laboratorio teatrale doveva organizzare uno spettacolo durante le tre giorni degli stati generali. Sarebbe diventato uno show pro Moratti? Al primo circolare del dubbio è scattato l'altolà: alcuni degli studenti teatranti non ne volevano sapere di passare per artisti "pro Letizia". Sostiene il "disobbediente" Giacomo che anche per questo lo spostamento "è una vittoria nostra, di un centinaio di "disobbedienti"; e poi è un successo della democrazia, e di un sindaco che ha avuto il coraggio di dire che il diritto di manifestare deve essere garantito a tutti, non solo al governo". Già, il sindaco. Maurizio Salari, un democristiano di area Ppi ma senza tessera, adesso dice "se c'è qualcuno che ha perso è tutta la città". In realtà se la sconfitta è l'altra faccia della vittoria, la città e il suo sindaco hanno anche vinto, come lui del resto ammette: "Abbiamo perso una grande occasione e questo mi lascia molta amarezza, però è stata una decisione saggia". Foligno, dice, non avrebbe proprio saputo dove mettere "quattro-cinquemila studenti che avrebbero partecipato ad una contro-conferenza, mercoledì notte". Non avrebbe proprio saputo dove metterli? Ieri pomeriggio in città nevicava, e faceva freddo, e la neve (metaforicamente) cadeva soprattutto sulla testa degli albergatori, gli unici a essere delusi fino in fondo: sostengono di aver perso duecento milioni, più o meno i costi di trecento stanze già prenotate sull'asse Foligno-Spello-Trevi. Gli altri, registrano e si attrezzano: l'Umbria social forum aveva proposto un brindisi di protesta con spumante ecologico, e non è detto che non si faccia. Chi avrebbe dovuto assicurare l'ordine, il prefetto di Perugia Gianlorenzo Fiore, dice di concordare con la decisione di trasferire il meeting: "Anche se noi ci stavamo già preparando a ogni evenienza". Si racconta di un piano di mobilitazione che prevedeva di dislocare nei tre giorni duemila agenti a difesa della città assediata. Qualcuno aveva parlato, anche, di idee cattive evocatrici: costruire attorno all'Auditorium una specie di sbarratissima zona rossa. Qualcun altro aveva telefonato al filo diretto di un quotidiano locale giurando: "Se tengono l'incontro qui faccio le provviste e mi chiudo in casa per due giorni". Entrambe le misure non sono state necessarie.


Presentazione del libro il 18 novembre, ore 15:30
Archivio del Lavoro, Via Breda 56 (Sesto San Giovanni).

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