Liberazione-La sinistra Cgil risponde all'appello dei Cobas
La sinistra Cgil risponde all'appello dei Cobas Scuola, sì allo sciopero del 14 L'azione convergente di Confindustria e del governo delle destre per lo smantellamento dello stato sociale e per ...
La sinistra Cgil risponde all'appello dei Cobas
Scuola, sì allo sciopero del 14
L'azione convergente di Confindustria e del governo delle destre per lo smantellamento dello stato sociale e per la riduzione dei diritti dei lavoratori si sta ormai dispiegando a tutto campo: dalla liquidazione del contratto nazionale, alla soppressione dell'art.18, alle nuove forme di precarizzazione del lavoro, alla privatizzazione di scuola, sanità e previdenza. Purtroppo, sulle capacità di risposta all'iniziativa del governo fa sentire il suo peso la crisi dell'unità sindacale tra Cgil, Cisl e Uil; lo sciopero di due ore delle categorie dell'industria e le opposte valutazioni sui provvedimenti del governo sulla scuola sono segnali preoccupanti. Vengono alla mente scenari da anni '50, in cui può trovare spazio, accanto a nuovi collateralismi e previo l'isolamento della Cgil, un disegno strategico di ridimensionamento del ruolo del sindacato. Di fronte alle difficoltà di questa fase, i segnali positivi che vengono dai lavoratori sono il fatto più importante di questa stagione sindacale. La straordinaria partecipazione allo sciopero e alla manifestazione dei metalmeccanici del 16 novembre ci dice che è possibile sconfiggere la rassegnazione e provare ad invertire la tendenza. Indica una strada anche a noi che, nello stesso momento, siamo impegnati a rispondere ai primi assalti del ministro Moratti con i quali prende corpo il tentativo di demolizione della scuola pubblica intrapreso dal governo Berlusconi. Nel recente passato non abbiamo risparmiato critiche, anche severe, ai governi di centro sinistra per gli interventi sulla scuola. Abbiamo letto in quei provvedimenti i segni del cedimento alle logiche di privatizzazione, alla pervasività della cultura del mercato e dell'impresa. L'analisi degli errori commessi nella fase precedente, anche dal nostro sindacato, costituisce, per noi, un punto di riflessione decisivo se si vuole affrontare efficacemente la dura contingenza politica attuale. Tuttavia dobbiamo essere consapevoli che ci troviamo di fronte ad un salto di qualità nell'iniziativa del governo delle destre che ha ormai definito in modo preciso i contorni di un processo di privatizzazione che ha nell'autoritarismo e nella dequalificazione della scuola pubblica gli assi portanti. Allo stesso tempo dobbiamo chiederci se le risposte che abbiamo dato sinora sono adeguate a contrastare efficacemente i disegni dell'avversario. Le questioni poste da Bernocchi nella sua lettera aperta meritano, perciò, attenzione; allo stesso tempo, però, richiedono che nessuno sfugga alle proprie responsabilità. Gli scioperi della scuola di ottobre, quello della Cgil Scuola del 12 novembre, hanno offerto canali di mobilitazione importanti ma parziali. Occorre andare oltre, raccogliere la tensione unitaria, ancora viva nella categoria, superando le esigenze di visibilità delle organizzazioni. E' possibile costruire un movimento ampio e radicato, rifuggendo da logiche di cartello, puntando a mobilitare i lavoratori per obiettivi chiari su piattaforme condivise, nella prospettiva di più ampie convergenze tra tutte le categorie in lotta. Si possono coinvolgere altri soggetti; gli studenti innanzi tutto, ma anche i partiti, le associazioni, gli intellettuali. La scuola pubblica, la scuola dei lavoratori e di tutti i cittadini, sente l'urgenza di una mobilitazione che sia in grado di fermare l'azione demolitrice del governo Berlusconi ponendo le basi per il rilancio di una nuova idea di riforma e di qualificazione del sistema d'istruzione. E' il momento di fare scelte coraggiose: lo sciopero del pubblico impiego del 14 dicembre è, da tutti i punti di vista, la cornice naturale in cui collocare lo sciopero generale della scuola, ormai non più rinviabile, e organizzare una grande manifestazione di piazza. E' un'occasione che non può essere mancata, l'unica in grado di dare risposte adeguate alle esigenze di questa fase e, allo stesso tempo, di delineare le tappe di un percorso di mobilitazione che non potrà essere breve. Ci auguriamo che la Cgil Scuola sappia farsi carico di questa esigenza. Per parte nostra esprimiamo piena disponibilità; lavoreremo perché sia possibile.
Beniamino Lami, Vittorino Delli Cicchi,