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Manifesto: Chi si rivede, gli studenti. L'Onda anomala riprova a surfare

Oggi la mobilitazione nazionale lanciata dall'Uds contro i provvedimenti del governo

27/02/2009
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il manifesto

Giacomo Russo Spena
«Finché i provvedimenti della Gelmini continueranno a devastare la scuola pubblica, ci sarà la nostra protesta». E guai a parlare di crisi dell'Onda anomala. «Siamo solo all'inizio della ribellione». Gli studenti medi si preparano oggi ad una mobilitazione nazionale, contro i provvedimenti del governo e «per proporre una nuova idea di scuola all'altezza dei nostri sogni», che riguarderà una cinquantina di città del Paese. Da nord a sud. Da ovest a est.
I cortei maggiori ci saranno a Roma (partenza alle 9 da Piramide con termine sotto il ministero dell'Istruzione), Genova (da piazza Caricamento), Torino (da Piazza Arbarello) e Cagliari (da piazza della Repubblica). In altre località si sono, invece, organizzati sit-in, volantinaggi di massa e lezioni all'aperto. Come ai bei tempi. Come in quel autunno d'alta marea, dove l'Onda anomala straripava per le strade con una protesta durata per mesi che ha coinvolto medi e universitari. Poi la vacanze natalizie, la sessione d'esame invernale e, soprattutto, la fase carsica del movimento. Coi numeri nelle ultime uscite che sono progressivamente scesi. Ma per oggi l'Uds, promotrice della giornata, si aspetta grandi cifre sognando la stessa partecipazione passata: «I segnali che ci arrivano sono positivi, c'è una grande adesione». Di sigle però non nazionali: solo collettivi territoriali promettono di confluire nelle varie mobilitazioni cittadine.
«C'è un elemento di continuità con il successo dei mesi scorsi, gli studenti non si sono fermati al panettone natalizio», dice convinto Roberto Iovino, responsabile nazionale dell'Uds, che poi aggiunge: «La protesta continua perché aumentano, malgrado il silenzio mediatico, gli effetti nefasti della Gelmini». I danni procurati all'istruzione sono infatti sempre maggiori: con l'approvazione in autunno della legge 133 (l'ex "decreto fiscale") e della 169 (ex decreto 137), il governo aveva solo posto le basi per avviare un processo di destrutturazione della scuola pubblica che adesso continua con nuovi tagli e coi nuovi regolamenti attuativi previsti dal Miur. «La mancanza di risorse porterà una riduzione del monte ore. In particolare, è allarmante il taglio qualitativo previsto sugli istituti tecnici e professionali» spiega l'Uds che poi trova nel ddl Aprea un altro motivo per scendere in piazza. «Dopo le università - spiega l'organizzazione - si vogliono trasformare anche le scuole in fondazioni private». Con tanto di consigli d'amministrazione. «E' un modello fallimentare» sentenzia Iovino, «la Gran Bretagna dopo vent'anni lo sta ritrattando».
Intanto oggi gli studenti chiederanno il blocco di queste norme (ponendo l'accento sul altre priorità come l'edilizia scolastica) e il rilancio del diritto allo studio (lanciando il reddito di formazione). Lo slogan delle manifestazioni sarà lo stesso di sempre: «Noi la crisi non la paghiamo».