Manifesto: «Divieto» di mobilitazione. Stop al corteo dell'Onda. Gli studenti: «assedieremo» il ministero
SCIOPERO Alemanno «testa» il suo protocollo. Pantaleo (Cgil): grave limitazione
Roberto Ciccarelli
ROMA
La questura di Roma ha revocato l'autorizzazione al corteo degli studenti, dei precari e dei lavoratori della conoscenza che domani avrebbe dovuto raggiungere da piazzale Aldo Moro il ministero.
L'ordinanza consegnata ieri ai rappresentanti del movimento universitario, ai precari della scuola, ai sindacati di base lascia solo due alternative: il presidio in Largo Bernardino da Feltre, già fissato da tempo accanto al ministero, oppure sfilare con il corteo promosso dalla Flc Cgil da piazza della Repubblica fino a Piazza del Popolo in occasione dello sciopero generale della conoscenza che chiede, tra l'altro, il ritiro del ddl Gelmini sull'università e la cancellazione dei tagli alla scuola. Un corteo al quale ha aderito anche la Fp Cgil per rivendicare un contratto nazionale che aumenti la capacità di acquisto delle retribuzioni e una contrattazione integrativa che premi la produttività legata al miglioramento dei servizi.
Il divieto giunge dopo l'autorizzazione concessa la settimana scorsa e anticipa di un giorno l'applicazione del protocollo sottoscritto il 4 dicembre scorso da Cisl, Uil, Ugl insieme al Pdl e alla Destra, ma non dalla Cgil e dal Pd, in occasione della «tregua di natale» che durerà fino al 12 gennaio. La motivazione ufficiale è che i due cortei determinerebbero «la paralisi della mobilità del centro storico della città». Per gli organizzatori del corteo quanto accaduto ieri è invece una chiara violazione del diritto a manifestare contro i processi di dismissione di scuola e università e «contro ogni forma di precarizzazione del nostro lavoro e delle nostre vite». Domani i ricercatori e i precari annunciano di volere comunque «attraversare le strade della città riprendendoci il diritto a manifestare» e di riaffermare i contenuti del documento approvato dall'assemblea degli studenti e dei precari indetta insieme alla Flc il 20 novembre scorso alla Sapienza nel quale si sostiene che nessuna riforma dell'istruzione è possibile senza una radicale trasformazione del sistema di welfare italiano. Gli studenti medi ribadiscono, per venerdì, «l'intenzione di assediare, simbolicamente insieme a universitari e precari, il ministero dell'istruzione».
La lunga trattativa che ha registrato nel corso dell'ultima settimana una serie di incontri tra questura e organizzatori non è servita ad evitare questo esito estremo. Viene così confermato l'orientamento del sindaco capitolino Gianni Alemanno che il 10 marzo scorso ha fatto sottoscrivere alle forze politiche e sindacali regionali un protocollo per lo svolgimento dei cortei a Roma. Dura la reazione del segretario della Flc-Cgil Domenico Pantaleo, che domani chiuderà il corteo in piazza del Popolo con il segretario nazionale Guglielmo Epifani. «Questo divieto - ha affermato - è inaccettabile perché revoca un corteo già autorizzato. È una limitazione al diritto di esprimere il dissenso contro il Ddl Gelmini e contro i tagli alla scuola voluti da questo governo. Ci auguriamo che una soluzione venga trovata al più presto per dare la possibilità al movimento di raggiungere il ministero».
Ai margini di un'assemblea alla Sapienza, durante la quale il rettore Luigi Frati ha sostenuto che i 400 milioni stanziati dalla finanziaria per l'università sono inadeguati e che la Sapienza rischia di non approvare il bilancio, Pantaleo si è soffermato sulle voci della presenza del segretario del Pd Pierluigi Bersani al corteo della Cgil. «La sua partecipazione è benvenuta - ha detto - del resto, tranne l'Udc, tutti i partiti dell'opposizione parteciperanno alla manifestazione». Abbiamo chiesto al segretario della Flc se le valutazioni positive espresse in ordine sparso e mai organico da alcuni esponenti del Pd sul Ddl Gelmini non pongano un problema politico anche alla Cgil. «Se esistono altre opinioni, noi ci confronteremo - ha risposto Pantaleo - Intanto, chi parteciperà domani alla manifestazione deve sapere che la nostra è una netta opposizione alle politiche della Gelmini».