Manifesto-Gli studenti nei tg? Dietro la lavagna
VESPRI- NORMA RANGERI Gli studenti nei tg? Dietro la lavagna Se non fanno danni, nessuno se li fila più di tanto, così sembra dopo aver visto come Rai e soprattutto Mediaset hanno raccontato agl...
VESPRI- NORMA RANGERI
Gli studenti nei tg? Dietro la lavagna
Se non fanno danni, nessuno se li fila più di tanto, così sembra dopo aver visto come Rai e soprattutto Mediaset hanno raccontato agli italiani la giornata della protesta di centomila studenti, mobilitati contro la riforma della ministra Moratti. I ragazzi delle scuole sono finiti dietro la lavagna. Ovviamente non parliamo della non-diretta: nessuno evidentemente ha ritenuto che una mattinata televisiva sulla manifestazione e, più in generale, sulla scuola, sarebbe stato un buon modo di usare il servizio pubblico. Parliamo degli scarni, essenziali servizi dei tg serali. A cominciare dal Tg3 che ha assolto il suo compito senza spendersi troppo. Un servizio d'ordinanza dall'interno della Conferenza governativa con intervistina al professor Bretagna e il pezzo sugli studenti. Il Tg1 ha diviso la notizia in tre, ma almeno (a differenza del "Tg3") le ha riservato l'apertura del notiziario: prima l'accoppiata istituzionale Moratti-Berlusconi, con un lungo presidente del consiglio in voce, poi gli studenti, in conclusione i politici presenti nel corteo. E pochi secondi di una parziale panoramica sul corteo (l'unica).
In casa Mediaset si simpatizza con il governo. Il Tg5 spinge l'acceleratore sulle buone intenzioni di palazzo Chigi. Prima dando spazio a una Moratti di bianco vestita che invita al confronto, poi selezionando il Berlusconi che parla dell'importanza della formazione e poi sottolineando i miliardi che il governo ha deciso di destinare alla scuola. La giornalista ci informa che l'Ulivo è critico, ma non vediamo nessuno, in compenso ecco Casarini, ecco i ragazzi che fanno le scritte sui muri, ecco la polizia, ecco gli slogan contro l'ex ministro Berlinguer. Quanti sono? Decine di migliaia, dice il tg di Mentana (trentamila? centomila? e chi lo sa?). Esempio di come si può mentire dicendo la verità.
Chi non ha di questi problemi è Emilio Fede che nel suo bollettino serale attacca col solito megafono (un Berlusconi interminabile) e poi cancella gli studenti.
nrangeri@ilmanifesto.it