Mobilità docenti 2016, una bomba ad orologeria
Si sta prospettando sempre più irta di ostacoli la contrattazione sulla mobilità del prossimo anno, le cui domande verranno presentate dopo l’inverno.
Alessandro Giuliani
Si sta prospettando sempre più irta di ostacoli la contrattazione sulla mobilità del prossimo anno, le cui domande verranno presentate dopo l’inverno.
Dopo le polemiche dei giorni scorsi sulla possibilità o meno di far partecipare alla mobilità straordinaria, prevista dalla Buona Scuola, tutti gli assunti con il piano straordinario della riforma, c’è tanto interesse per come verranno gestiti dai dirigenti scolastici i nuovi albi territoriali.
Perché negli albi, figli della riforma, confluiranno non solo i precari immessi in ruolo nel 2015/16, ma anche tutti coloro che otterranno il trasferimento nel prossimo anno scolastico, oltre che diversi migliaia di sovrannumerari (in particolare della scuola secondaria superiore).
Come c’è da comprendere quale sarà il destino dei sovrannumeri che hanno perso la titolarità nell’ultimo ottennio e che sino ad oggi hanno avuto la possibilità di rientrare, con priorità, nella scuola dove hanno perso posto: secondo logica, a patto che abbiano presentato sempre domanda, dovrebbero continuare a mantenere il diritto senza entrare nel girone “infernale” degli albi territoriali. Ma finché non sarà scritto nero su bianco, il timore che la norma decada rimane in piedi.
A rendere ancora più ingarbugliata la situazione c’è la dura posizione intrapresa in queste ore dal gruppo GM 2012, secondo cui tutti i docenti precari vincitori di concorso, assunti attraverso la Buona Scuola nella provincia prescelta, non dovrebbero essere coinvolti nella mobilità straordinaria.
Per il raggruppamento di docenti idonei all’ultimo concorso a cattedra, bandito tre anni fa, "costringere alla mobilità nazionale i docenti che sono entrati o stanno per entrare in ruolo nella prima provincia scelta tramite concorso a cattedre, magari abbandonando un precedente lavoro, sarebbe semplicemente assurdo".
Non vorremmo essere nei panni dei sindacalisti che si accingono a sottoscrivere il contratto di mobilità: un concentrato di nuove regole che, se non gestito con poca oculatezza, potrebbe comportare non pochi mal di pancia. Con miriadi di ricorsi a seguire. Tanto per cambiare.