Neoassunti, il posto non è fisso
Sia per chi entra in fase B che C, l'assegnazione della sede definitiva avverrà sugli ambiti
Carlo Forte
I docenti assunti nella fase B e nella fase C assumeranno la titolarità sugli ambiti territoriali e saranno assoggettati alla mobilità su tutto il territorio nazionale.
È questa la novità più importante emersa nel corso dell'ultimo incontro di contrattazione sulla mobilità che si è tenuto a Roma, presso il ministero dell'istruzione.
Va detto subito che non si tratta di una proposta al vaglio del tavolo negoziale: la novità è frutto di un'interpretazione della legge 107/2015 adottata unilateralmente dal ministero dell'istruzione.
In buona sostanza, dunque, la deroga al vincolo triennale di permanenza nella provincia di prima assunzione sarebbe finalizzata ad una sorta di rimescolamento generale dei docenti immessi in ruolo nelle fasi B e C. Che dovrebbe avvenire a prescindere dal fatto che nella fase B siano state assegnate cattedre dell'organico di diritto e nella fase C cattedre dell'organico di potenziamento.
L'effetto potrebbe essere quello di prevenire l'insorgenza del contenzioso che potrebbe nascere dalla mancata valorizzazione del criterio del merito in sede di assegnazione delle sedi nelle varie fasi. Nella fase B, infatti, sono stati collocati docenti ai vertici delle graduatorie, costretti ad accettare sedi anche a 1000 chilometri da casa.
Mentre nella fase C sono stati assunti docenti collocati, nelle stesse graduatorie, in posizione successiva rispetto ai colleghi della fase B.
Il paradosso, dunque, è che i docenti con più punti, nella maggior parte dei casi, hanno ottenuto sedi più svantaggiose rispetto ai loro colleghi con meno punti.
Si tratterebbe, quindi, di una sorta di sanatoria preventiva, che però andrebbe a ledere le aspettative dei docenti immessi in ruolo nella fase C nella provincia di residenza.
Aspettative che, per certi versi, potrebbero integrare veri e propri diritti. Specie se si considera il cosiddetto principio di legittimo affidamento, al quale si appellano spesso i ricorrenti quando intentano azioni contro l'amministrazione. E sul quale si fondano molte pronunce che vedono l'amministrazione soccombente. Si pensi, per esempio, al contenzioso seriale sulle pensioni statali tardivamente rimodulate.
E poi bisogna fare i conti con in numeri. Nel qual caso la bilancia pende nettamente in favore dei docenti della fase C, che sono 47.475 (rispetto ai 55.258 previsti) contro gli 8532 posti assegnati nella fase B (rispetto agli oltre 16muila previsti).
Infine bisogna considerare anche che la legge 107/2015 non prevede espressamente la mobilità coatta su tutto il territorio nazionale, quanto, invece, una mera deroga al vincolo di permanenza triennale per i neoassunti. Deroga che, unita al diritto al differimento della presa di servizio per un anno per i neoassunti impegnati in supplenze non brevi a saltuarie, indurrebbe a ritenere che l'intenzione del legislatore fosse stata proprio quella di evitarla.