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Opposizione, movimenti e docenti. Tante iniziative contro l’affronto del premier

La protesta contro le parole di Berlusconi si allarga sul web: c’è chi raccoglie adesioni, di comuni cittadini ed intellettuali, chi ricorda lo spessore di Calamandrei. Il tam tam passa anche via sms: a Roma i prof si danno appuntamento per un minuto di silenzio. Si scenderà anche in piazza: il Pd lo ha già fatto il 1° marzo con un bagnato sit-in sotto palazzo Chigi, ma la vera mobilitazione è per il 12 marzo.

02/03/2011
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La Tecnica della Scuola

Stanno provocando un crescendo di reazioni ed iniziative di protesta le parole pronunciate nei giorni scorsi dal presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, secondo cui è giunto il momento di respingere "l'influenza deleteria che nella scuola pubblica hanno avuto e hanno ancora oggi culture politiche, ideologie e interpretazioni della storia che non rispettano la verità". Dopo le risposte piccate dei sindacati di comparto, l’indignazione è salita anche sui portali nazionali, come Repubblica.it, che ha allestito lo speciale ‘Io difendo la scuola pubblica’, a cui nelle ultime ore hanno dato il loro sostegno migliaia di cittadini. Tra loro anche diversi intellettuali ed artisti: ad iniziare dal cantante e professore liceale Roberto Vecchioni, poi Daria Colombo, anche lei insegnante, Marco Lodoli, scrittore e docente in una scuola superiore di Roma, Paola Mastrocola, scrittrice e docente, Benedetta Tobagi, scrittrice e giornalista, e lo scrittore Andrea Camilleri.
Secondo la redazione del quotidiano romano si tratta di una reazione "dal mondo della scuola che si è sentito insultato". In tantissimi hanno espresso la loro contrarietà per le parole del premier; la maggior parte sono docenti e genitori: ‘io sono un’insegnante della scuola pubblica, e nonostante tutti i tentativi di toglierci risorse e dignità, ne sono fiera’; c’è chi sostiene che ‘vorrebbero solo studenti con formazione Cepu’, chi ricorda che ‘gli anni più belli della mia vita li ho passati nelle scuola pubblica dove la pluralità delle voci davano corpo ad un confronto impossibile altrove’.
In diversi non hanno avuto problemi ad identificarsi: ‘Io difendo e amo la scuola pubblica, perchè tra mille difficoltà continua a farsi carico di ogni aspetto della vita dei bambini. Angela Proietto,Varano Melegari’. E ancora: ‘Io difendo la scuola pubblica perché e il luogo in cui tutti i giorni vivo la Costituzione. Antonella Rebizzani, docente’. C’è anche spazio per l’ironia: ‘Maria Stella Gelmini, attendo con ansia la prossima notte di San Lorenzo, speriamo nessuno ti raccolga. Simona Ridolfi, insegnante in un Liceo STATALE’.

L’indignazione si è scatenata anche su siti meno noti. Su ‘Salvalascuolapubblica’ è apparso il link al "bellissimo discorso pronunciato da Piero Calamandrei sull'importanza della scuola pubblica. E' stato richiamato spesso in questi ultimi tempi e la ragione è evidente. E' il discorso - continua la redazione del sito per l'istruzione statale - di un grande uomo politico, insigne studioso, giurista e padre costituente. Leggerlo è come respirare aria pura dopo una vita passata in mezzo allo smog".
Diverse anche le iniziative di piazza, che hanno preso il via il 1° marzo con un sit-in, promosso dal Pd, sotto palazzo Chigi, in difesa di ‘Una scuola pubblica garanzia della libertà’. "La riforma Gelmini fa schifo", ha detto senza mezzi termini Rosy Bindi, la presidente del Pd, sotto la Galleria Alberto Sordi, mentre su Roma si scatenava un nubifragio. "Berlusconi – ha continuato - dice la verità quando abbandona la lettura dei discorsi preparati e parla col cuore quando attacca il Colle, la Costituzione, la magistratura e la scuola pubblica". Gli faceva eco, poco più in là, il capogruppo del Pd alla Camera Dario Franceschini: "la mobilitazione trasversale dell'opinione pubblica è importante perchè gli insulti di Berlusconi sono uno schiaffo in faccia a studenti, agli insegnanti e a migliaia di lavoratori che tirano avanti in una situazione di disagio e nonostante le poche risorse a disposizione. Insultare la scuola pubblica è come insultare lo Stato".

Ma contro il Premier ed il Governo non si muovono solo i partiti: diverse iniziative spontanee sono state attivate direttamente dagli insegnanti. Dal Trentino alla Puglia, in questi giorni il dissenso si sta propagando via sms, attraverso i messaggi dei cellulari. A Roma, sempre il 1° marzo, migliaia di docenti hanno ricevuto questo messaggio: "domani a mezzogiorno  un minuto di silenzio per l'offesa agli insegnanti della scuola pubblica da parte del presidente del consiglio".

Per domenica 6 marzo, l'Associazione nazionale del libero pensiero Giordano Bruno ha organizzato a Roma il convegno `Scuola libera se statale': "la scuola - ha detto la presidente Maria Mentello - educa ad essere padroni della propria mente. Compiti alti e delicati che solo un'istruzione che non ha padroni né fideismi può assolvere. Questa scuola libera è solo la scuola statale: che dà fastidio soltanto a chi non vuole cittadini, ma sudditi".

Una più ampia mobilitazione è prevista poi per sabato 12 marzo, la data prescelta da Articolo 21 e a cui hanno già aderito diversi partiti, associazioni e movimenti. Ci saranno anche gli studenti: "saremo di nuovo in piazza - ha detto Sofia Sabatino, della Rete degli studenti medi - per difendere la dignità e diritti dell'Italia, per difendere la scuola e l'università pubblica, per gridare che questo paese non è più disposto a sentire quelle parole e a vedere negata e stravolta la Costituzione Italiana". Secondo la rappresentante degli studenti medi è evidente che "il premier sogna un Paese in cui nulla sfugge al suo controllo, alle sue televisioni e al suo modello culturale: finanziare i privati e aumentare i costi per andare a scuola rende impossibile per tutti gli studenti accedere alle conoscenze. Il risultato è quello di avere una dispersione scolastica altissima e cittadini sempre più ignoranti".

Poi sarà la volta dei sindacati, in particolare della Flc-Cgil, che ha confermato (autorizzazione permettendo…) lo sciopero del 25 marzo che coinvolgerà tutti i settori della conoscenza (scuola, università e ricerca): ora più che mai, ha sottolineato il segretario generale Pantaleo, "occorre una risposta forte e penso che lo sciopero generale che la Cgil ha indetto deve unire tutti coloro che vogliono difendere il diritto delle persone alla libertà, al sapere e al lavoro".


Anche la FLC CGIL aderisce allo sciopero
di tutto il personale dei nostri comparti
per cambiare la manovra di bilancio

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