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Panorama-TEDESCHI, ZERO IN PROFITTO

TEDESCHI, ZERO IN PROFITTO I risultati della ricerca compiuta su 265 mila studenti di 32 paesi bocciano il sistema scolastico tedesco. Che adesso corre ai ripari. "Persino gli italiani e i coreani...

24/12/2001
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Panorama

TEDESCHI, ZERO IN PROFITTO
I risultati della ricerca compiuta su 265 mila studenti di 32 paesi bocciano il sistema scolastico tedesco. Che adesso corre ai ripari.

"Persino gli italiani e i coreani sono un po' meglio di noi" titola costernato un quotidiano tedesco. Nella grande inchiesta svolta sulla qulità dei sistemi scolastici di 32 paesi, la Germania è agli ultimi posti insieme a Italia, Grecia e Portogallo. Per il paese di Wolfgang Goethe, Albert Einstein e Max Planck un vero e proprio shock e un'umiliazione difficile da digerire. Per più di due anni l'Ocse ha esaminato nel suo progetto Pisa (Program for international student assessment) le capacità di lettura, di ortografia e le cognizioni matematiche e in scienze maturali di 265 mila studenti di 15 anni.
I risultati della megainchiesta sono sorprendenti: mentre i pesi scandinavi, il Canada e il Giappone guidano le classifiche di rendimento, la Germania come l'Italia è quasi sempre agli ultimissimi posti. Il 23 per cento degli studenti tedeschi ha serie difficoltà nella comprensione e nella lettura dei testi, un altro 10 per cento è vicino all'analfabetismo, il 25 per cento possiede invece a malapena cognizioni matematiche di livello elementare. Il sistema scolastico tedesco genera asini? L'inchiesta dell'Ocse non azzarda simili conclusioni, ma constata un sensibile divario tra i rendimenti scolastici dei ceti medio-alti e quelli dei ceti sociali più bassi.
In nessun paese industrializzato del mondo i ragazzi provenienti da famiglie di immigrati stranieri, di semplici lavoratori e disoccupati ottengono un qualifica scolastica così mediocre come in Germania. "Colpa dell'estrema selezione adottata molto presto nei diversi rami delle scuole tedesche" sostiene il coordinatore dell'Ocse Andreas Schleicher. Già a 10 anni gli alunni delle scuole tedesche vengono divisi secondo il loro rendimento in tre rami scolastici: quelli meno dotati finiscono nella scuola primaria (Hauptschule) che si conclude a 14 anni con un diploma che preclude l'accesso a quasi tutte le mansioni professionali qualificate.
Gli alunni medi invece vengono mandati nella Realschule, una scuola tecnica che termina a 16 anni, mentre i più bravi hanno il provilegio di frequentare un ginnasio, indispensabile per proseguire una carriera universitaria. L'insegnamento tedesco, prosegue l'inchiesta dell'Ocse, sarebbe troppo incentrato sull'apprendimento nozionistico e troppo poco su quello pratico e associativo. Particolarmente svantaggiosa si dimostra anche l'eccessiva burocrazia e le troppo lente e complesse riforme, dal momento che sul sistema scolastico vigila una commissione composta dai 16 ministri per l'Educazione dei rispettive Lander. In questo caso il federalismo tedesco si è dimostrato di grave ostacolo per il rinnovamento dell'insegnamento dal momento che raramente tra i 16 ministri regionali vige consenso sulle iniziative da adottare. Gli insegnanti tedeschi infine sono troppo anziani ( in media hanno cinquanta anni) e si laureano troppo tardi (intorno a 29-30 anni).
Mentre il presidente della Confindustria tedesca Dieter Hundt parla di uno scandalo per la Germania e il presidente del sindacato degli insegnanti Eva Maria Stange si dice costernata, c'è chi propone contromisure. L'assessore all'Educazione di Monaco di Baviera suggerisce di posticipare l'inizio delle lezioni dalle 8 alle 9 del mattino "un orario più adatto alla concentrazione degli alunni."


Presentazione del libro il 18 novembre, ore 15:30
Archivio del Lavoro, Via Breda 56 (Sesto San Giovanni).

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