#PerchéNoiNo, l'appello di docenti e ricercatori senza stipendio e indennità
L'intervento su Huffington Post di Domenico Pantaleo, Segretario Generale FLC CGIL.
Già a novembre, insieme a tutti i sindacati della scuola, avevamo annunciato il rischio che il Ministero dell'Economia e il Miur, il Ministero dell'Istruzione, l'università e la ricerca, avrebbero avuto grosse difficoltà a pagare gli stipendi dei docenti supplenti, in parte per mancanza di risorse e in parte per ragioni "tecniche e burocratiche". Eccoci a una settimana dalle vacanze di Natale, e sul Corriere della Sera, a firma di Valentina Santarpia, vi è la conferma di quanto denunciano i sindacati della scuola, da novembre. Decine di migliaia di docenti supplenti non pagati da mesi, che hanno dato fondo a tutte le risorse disponibili, si trovano in gravi e difficili condizioni di vita. È un'esagerazione? Può darsi, ma talvolta è la realtà ad essere sorprendente. È una situazione di oggettivo e soggettivo disagio, che lede profondamente la dignità, la professionalità, l'attaccamento alla scuola di tanti docenti e di tanti lavoratori, nella maggior parte dei casi, abilitati e tuttavia ancora precari. Abbiamo chiesto con insistenza ai due ministeri di dare soluzione immediata a questa vicenda incresciosa e imbarazzante. Non abbiamo ancora ottenuto le risposte sperate. A tutt'oggi, non sappiamo ancora se e quando saranno pagati gli stipendi.
Intanto, è emersa una seconda vicenda analoga, quella degli assegnisti di ricerca e dei dottorandi, esclusi da una demenziale scelta della Commissione bilancio della Camera, dalla cosiddetta Dis-Coll, ovvero dal diritto a ricevere l'indennità di disoccupazione prevista per i collaboratori a progetto. Un'intera generazione di giovani ricercatori, che all'interno delle Facoltà universitarie hanno già dato prova del proprio valore e della eccellenza dei loro progetti di ricerca, si ritrova deprivata di importanti ammortizzatori sociali e della possibilità di dare seguito e continuità al difficile lavoro di ricerca. Perché? Perché, secondo il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, ricercatori, borsisti, assegnisti e dottorandi non avrebbero la dignità di lavoratori. Tuttavia, il ministro venne smentito dalla Commissione lavoro della Camera il 26 novembre. In un emendamento approvato, essa ne riconobbe il diritto alle indennità.
Ora, quell'emendamento è stato bocciato e non farà parte della legge di Stabilità che pure contiene una pioggia incredibile di microprovvedimenti finanziari, a partire da un ulteriore finanziamento di tre milioni di euro (e sono 500 complessivi) alle scuole paritarie. Come sindacato confermiamo l'indignazione e lo sdegno espressi dai giovani ricercatori, che hanno raccolto 9.000 firme e hanno inviato 2.750 mail alla Commissione Bilancio della Camera, senza ottenere alcun risultato. E come Flc Cgil abbiamo lanciato con ADI la campagna #perchénoino a sostegno delle ragioni di due generazioni di giovani ricercatori. Di emergenza e università parleremo il 18 dicembre in piazza Montecitorio, in occasione del dibattito alla Camera della legge di Stabilità, insieme con ADI, LINK, CNRSU e Rete 29 aprile.
Infine, segnaliamo un forte appello diretto ai presidenti delle Camere, Grasso e Boldrini, e alla ministra Giannini di molti docenti precari di seconda fascia, con "titoli e abilitazioni". Si tratta di docenti che svolgono incarichi annuali nelle nostre scuole. Sono molti coloro che lo fanno, in modo stabile, sia pure a tempo determinato, perfino da un decennio. Scrivono nell'appello:
"Molti di noi hanno cambiato regione pur di lavorare e grazie alla successione dei contratti a tempo determinato abbiamo acceso persino mutui per l'acquisto della casa. Ebbene che cosa prevede per noi docenti precari di II fascia la Legge 107? Niente. Nella legge per noi non è previsto alcun piano di assunzione, ma anzi, a partire da settembre 2016, l'eliminazione delle graduatorie di istituto dalle quali siamo chiamati ogni anno per coprire incarichi su posti vacanti. Per i precari della II fascia, non sono previsti bonus per la formazione, valutazione, scatti di anzianità, ma soltanto instabilità, disuguaglianze economiche e di pari opportunità, discriminazione rispetto a docenti abilitati prima del 2008. Il futuro concorso darà sicurezza solo ad alcuni di noi, ma abbandonerà altri alla disoccupazione, dopo anni di onorata carriera. Siamo convinti che la stagione del precariato debba finire, per lasciare il reclutamento a percorsi con numeri programmati, perciò richiediamo la Vostra attenzione al fine di costruire, prima di bandire il concorso, un piano pluriennale di stabilizzazione per i precari storici, per dare certezze a chi per anni ha lavorato nella scuola e valorizzare la loro professionalità".
Non v'è bisogno di aggiungere altro.