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Percorsi di lettura

fra gli articoli della settimana

23/04/2006
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Per caso, o forse no, alcuni articoli della settimana in rassegna ci permettono di conoscere situazioni diverse, in diversi paesi del mondo, con forse un unico tratto comune: la difficoltà del mestiere di insegnare, in realtà sociali per diversi motivi preoccupanti.

L’amministrazione scolastica berlinese ha aperto un'inchiesta disciplinare contro la preside vicaria della Rütli-Schule. La sospetta di aver passato alla stampa una lettera, scritta anche a nome degli altri insegnanti, sull'intollerabile situazione in quella scuola: un «istituto di avviamento professionale» (Hauptschule) nel quartiere berlinese di Neukölln, dove 83 allievi su cento sono di origine straniera, soprattutto arabi e turchi, e dove non si riesce più a insegnare né a imparare qualcosa di sensato. Una protesta, sottolinea il Manifesto, che è un piccolo segno di incrinatura nella tradizionale subalternità politica cui gli insegnanti sono costretti in quel Paese.

E se in Nebraska per migliorare l’insegnamento il parlamento e il governatore non trovano di meglio che approvare un preoccupante provvedimento di segregazione razziale che divide le scuole in tre distretti: uno dominato dai bianchi, uno a maggioranza nera, il terzo quasi esclusivamente ispanico, non minore inquietudine desta in Francia il progetto di legge , che si propone di prevenire la delinquenza intervenendo fin dalla più tenera età, dal nido e dalla scuola materna, individuando i «bambini a rischio», con una schedatura e successivi interventi niente affatto chiari, si teme anche di carattere farmacologico.

The Independent ci racconta che i docenti inglesi, riuniti in una conferenza annuale, sono allarmati e progettano interventi formativi sui genitori perché collaborino nel combattere il ruolo eccessivo assunto nella vita dei ragazzi da ciò che è “cool”, cercando di far sì che anche l’impegno scolastico possa tornare di moda.

Mentre, quindi, anche quest’anno, la campagna internazionale “Un’educazione per tutti” conferma che i paesi ricchi non fanno abbastanza per mantenere gli impegni presi in relazione alla lotta contro l’analfabetismo, anche nella parte più ricca del mondo globalizzato la formazione delle giovani generazioni crea problemi sempre più ardui.

E in Italia? Mi pare che fra tanti articoli che quotidianamente ci danno un quadro preoccupante di difficoltà, le somme le tiri con la consueta bravura Marina Boscaino, che non a caso di mestiere fa anche l’insegnante:

“Sono stati 5 anni faticosi e sofferti per tutti noi. Cerchiamo di lasciarci alle spalle il mito della scuola del Mulino Bianco, i monologhi trionfalistici, lo sperpero degli spot, le bugie, le manipolazioni. Torniamo ad assumerci, con realismo e trasparenza, il compito di restituire e potenziare nella scuola la funzione educativa, civile, aggregante, solidale che merita. Con serietà e rispetto.”

Speriamo che sia possibile.

intanto Buona festa della Liberazione

Sandra Coronella sandracor@inwind.it