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Presidi con più poteri ma valutati ogni tre anni 100 mila precari assunti e bonus ai prof migliori

La nuova scuola . I capi istituto selezioneranno i docenti da graduatorie territoriali Duecento milioni all’anno per i premi di merito. Stage in azienda per tutti: 400 ore per gli alunni degli istituti tecnici, 200 per i liceali. Ecco i cardini della riforma che cambia il sistema-istruzione

26/06/2015
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Il Messaggero
ROMA. L’approvazione al Senato è stato il passaggio decisivo (e il più temuto) del disegno di legge “La buona scuola”, immaginata da Matteo Renzi dal giorno dell’insediamento del suo governo (22 febbraio 2014) e portata avanti dagli uffici del ministero dell’Istruzione con strappi e rallentamenti da settembre scorso a ieri.
Il ddl prevede 3 miliardi a regime sul capitolo istruzione, un miliardo già nel 2015. Servono soprattutto al piano straordinario di assunzioni per 100.701 docenti: il governo vuole assorbire il precariato storico (620.000, oggi, gli iscritti in tre distinte graduatorie).
Dal 2016 si assumerà solo per concorso. Al centro del provvedimento l’autonomia scolastica. I presidi, nonostante gli interventi successivi, restano il centro della scuola italiana: pagati meglio, avranno la prima e ultima parola sulle assunzioni (da bacini territoriali), più soldi per far funzionare gli istituti (raddoppiato il fondo di base) e più insegnanti da far girare sulle nuove materie.
Gli stessi dirigenti scolastici, come i docenti, saranno valutati.
I presidi ogni tre anni, anche da ispettori ministeriali.
Vengono rafforzate, o reinserite, dieci materie. Musica e arte, competenze digitali (anche i social network), economia, diritto, cittadinanza e discipline motorie. L’inglese sarà insegnato dalle scuole elementari e alcune discipline generaliste saranno spiegate nella lingua lingua straniera scelta (il metodo Clil). Ci sarà, ancora, l’italiano dedicato agli studenti stranieri.
La contestata “chiamata diretta” dei docenti (ma non è la legge Aprea, dove i presidi assumevano direttamente i loro insegnanti) slitta a settembre 2016. Per quest’anno assunzioni vecchio stile: 52.000 da settembre e 48.000 nel corso della stagione. I primi mesi si annunciano molto difficili.
Alle superiori, il curriculum degli studenti diventa flessibile: le scuole attiveranno materie opzionali che consentiranno agli alunni di crearsi un percorso autonomo.
Le competenze maturate dagli studenti fuori dalla scuola (volontariato, attività sportive, culturali, musicali) saranno inserite in un apposito curriculum digitale che conterrà informazioni per l’orientamento e l’inserimento nel mondo del lavoro.
Nei periodi di sospensione delle attività scolastiche il governo vuole mantenere gli istituti aperti, ma su questa partita per ora non ci sono risorse.
L’alternanza scuola-lavoro diventa strutturale: 100 milioni l’anno è lo stanziamento. Si farà in azienda, enti pubblici e musei. D’estate e all’estero. Almeno 400 le ore di lavoro nell’ultimo triennio dei tecnici e dei professionali, 200 ore nei licei. Il 30 per cento dei fondi pubblici stanziati per gli Istituti tecnici, alternativa al percorso universitario, sarà legato agli esiti dei diplomati nel mondo del lavoro

Presentazione del libro il 18 novembre, ore 15:30
Archivio del Lavoro, Via Breda 56 (Sesto San Giovanni).

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