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Repubblica: Atenei, ultimatum al governo Frati: "Così l´anno non inizia"

Ma Gelmini e Tremonti rassicurano: "Presto le risorse per i ricercatori"

23/09/2010
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la Repubblica

PAOLA COPPOLA

ROMA - Facoltà che fanno slittare l´inizio delle lezioni, didattica a rischio per la protesta dei ricercatori. Da nord a sud si moltiplicano le prese di posizione delle università che, con le risorse ridotte al lumicino dai tagli, chiedono impegni finanziari concreti. A farne le spese altrimenti sarà il nuovo anno accademico, avvertono.
In un clima che si fa incandescente ieri è arrivata la prima risposta del governo. Nel delineare la strategia anti-sprechi, contenuta nel decreto ministeriale sui nuovi requisiti necessari per i corsi di studio e il piano di programmazione triennale degli atenei 2010/2012 (che prevedono tra l´altro un giro di vite negli atenei che non potranno istituire nuove facoltà e attivare insegnamenti con meno di 5-6 crediti), il ministro dell´Istruzione Gelmini ha lanciato un appello ai ricercatori «a non interrompere la didattica» promettendo che il governo si attiverà «per favorire la carriera dei giovani studiosi». Di risorse ha parlato il ministro dell´Economia Tremonti assicurando che l´entità del finanziamento per la riforma dell´Università, che si discute alla Camera, sarà indicato del decreto Milleproroghe di fine anno. «Per quel tempo avremo chiaro quale sarà la dotazione finanziaria», ha precisato.
«Un´apertura importante», la definisce il rettore della Sapienza Luigi Frati che in mattinata aveva lanciato un appello accorato. «Mi rifiuto di approvare un bilancio preventivo 2011 in rosso. Se non arrivano i soldi non mi dimetto ma arriverà un commissario», aveva avvertito all´indomani della presa di posizione del Senato accademico con una mozione dai toni allarmanti: «Se dalla politica non ci saranno risposte avremo una didattica da Terzo mondo e una ricerca in dissoluzione: così non saremo in grado di iniziare l´anno accademico 2010-2011». Dopo aver ridotto del 40% i dipartimenti, del 60% le facoltà passate a 11, il buco ipotizzato nel bilancio 2011 dell´ateneo è tra i 70 e gli 80 milioni di euro. «Sono disposto a essere messo sotto esame - aggiunge Frati - ma non è possibile tagliare di più».
«È un impegno politico, che finora mancava, a ridurre i tagli per il 2011 del fondo di finanziamento ordinario per l´università, che superano il miliardo di euro, a sostegno del processo di riforma, ma manca la quantificazione e noi abbiamo bisogno di certezze per costruire il bilancio», dice Guido Fabiani, rettore di Roma 3. «Servono garanzie per i ricercatori ed è auspicabile che nel ddl ci sia un programma pluriennale per i nuovi posti per associati a cui accedere in base al merito». La Crui valuta positivamente le parole dei ministri e sottolinea l´indicazione della Gelmini di destinare come priorità le risorse «al rifinanziamento del fondo di finanziamento ordinario per le statali, al recupero dei tagli subiti dalle Università non statali, al diritto allo studio e alla copertura di posti di professore associato». Intanto dopo la decisione del Secondo ateneo di Napoli anche la Federico II rinvierà l´inizio dell´anno accademico e a Bologna lezioni slittate di una settimana per discutere della riforma.

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