Repubblica/Genova: Università, la mobilitazione si allarga anche i professori in campo con i ricercatori
Non basta a spegnere la protesta la delibera del Senato accademico, che ferma lo "sfruttamento" della categoria
Il rettore Deferrari scrive al ministro Gelmini: "Così si rischia di dover cancellare corsi di grande qualità
MICHELA BOMPANI
Si compatta e si allarga ai docenti ordinari e associati la protesta dei ricercatori dell´Università di Genova. «Confermiamo l´indisponibilità ad accettare insegnamenti aggiuntivi», scrivono i ricercatori nel documento preparato al termine dell´assemblea fiume che si è svolta ieri alla facoltà di Economia. Sempre ieri, hanno cominciato a circolare sul web le dichiarazioni di alcuni docenti ordinari, pronti a combattere accanto ai ricercatori contro il ddl Gelmini, con una forma di protesta analoga, attenendosi cioè al minimo degli insegnamenti. Il documento scritto ieri sarà portato dai rappresentanti dei ricercatori genovesi nelle due assemblee nazionali previste a Roma, domani, e a Milano, il 23 aprile.
L´anno accademico 2010-2011, anche all´Università di Genova, è sull´orlo del collasso. Nessuno ha fatto i conti di quanti corsi potrebbero saltare, con l´astensione dei ricercatori (e ora anche dei docenti). Dopo Architettura, Lingue, Lettere, Ingegneria, Scienze della Formazione, le adesioni crescono: nei giorni scorsi si è unita Economia; si stanno muovendo Scienze Politiche, Giurisprudenza, Farmacia, e, anche se meno compatta, ci potrebbe essere la partecipazione di Medicina.
Un centinaio di ricercatori, provenienti da tutte le undici facoltà dell´ateneo, ieri si sono assiepati nell´aula Famagosta e hanno ribadito i punti cardine della mobilitazione. E, anche se apprezzata, nulla ha potuto la delibera approvata all´unanimità poche ore prima dal senato accademico, proposta dal rettore Deferrari: si farà una "road map" dei carichi didattici di docenti ordinari, associati e ricercatori per smascherare situazioni di "sfruttamento" di questi ultimi (alcuni sfiorano le 140 ore di insegnamenti aggiuntivi). E poi si è stabilito il tetto massimo di un insegnamento annuale del carico didattico per ricercatore. Ma la vertenza è tra i ricercatori e il ddl Gelmini (con Tremonti). E la preoccupazione in rettorato cresce, tanto che Deferrari ha scritto al ministro perché il rischio concreto è «non poter attivare numerosi corsi di laurea anche di grande qualità e con elevato numero di studenti