Repubblica-La nuova scuola dal 2002
La nuova scuola dal 2002" Berlusconi: alla Moratti tutto il mio sostegno Chiusi a Roma gli Stati generali Il ministro: cambiamenti graduali a partire dal prossimo anno Luigi B...
La nuova scuola dal 2002"
Berlusconi: alla Moratti tutto il mio sostegno
Chiusi a Roma gli Stati generali Il ministro: cambiamenti graduali a partire dal prossimo anno
Luigi Berlinguer: così si allevano operai e colletti bianchi in fila e obbedienti davanti al manager
La Loggia: non è isolata, dietro di lei un partito, un governo, una coalizione Quando parla lo fa a nome di tutti noi
MARIO REGGIO
ROMA '#8212; "Il ministro Moratti è sostenuto dall'intero governo e in particolare con passione dal presidente del Consiglio". Silvio Berlusconi suggella così la chiusura degli Stati generali della scuola. Conferma la sua fiducia a lady Moratti che annuncia: "Con il prossimo anno scolastico vogliamo che la nuova scuola possa mettersi in moto, magari gradualmente, e che possa comunque uscire dall'attuale fase d'attesa". In soccorso del ministro arriva anche il ministro Enrico La Loggia: "Letizia Moratti non è isolata, dietro di lei c'è un partito, un governo, una coalizione e una maggioranza. Quando Moratti parla, parla a nome di tutti noi". Ma da politico navigato, il ministro per gli Affari regionali, corregge il ministro: "Letizia Moratti è stata coraggiosa quando ha detto che il governo non chiederà la delega sulla riforma della scuola. Se sarà necessario lo faremo. Fosse per me presenterei un disegno di legge con un solo articolo '#8212; ha concluso '#8212; che recita: "tutte le leggi sulla scuola sono abrogate". Così noi potremmo riscrivere tutte le regole".
Le ultime cinque ore della convention in stile hollywoodiano sono scivolate via tranquille, salvo la contestazione finale degli studenti. La platea ha ascoltato attenta le parole di Luciano Modica, presidente della Conferenza dei Rettori. "È positivo che si arrivi prima all'università, ma non condividiamo l'eccessiva separatezza tra formazione professionale universitaria. Ogni occasione di confronto è opportuna, ma avrei preferito una modalità meno mediatica e con un maggior coinvolgimento di tutte le forze della società. Sono molto preoccupato '#8212; ha concluso '#8212; per il limitatissimo aumento del fondo di finanziamento delle università che non basta a coprire l'aumento dei costi del personale docente e amministrativo".
Finiti gli interventi il palco viene fatto sgomberare. Il finale deve essere tutto del duo MorattiBerlusconi. Il premier esce da una stanza sul retro del palco a braccetto con il sottosegretario all'Istruzione, Valentina Aprea. Il ministro inizia il suo discorso di chiusura e scoppia la bagarre. Letizia Moratti è confusa, la platea si spopola, telecamere e fotografi seguono gli studenti spintonati via dalla sala. Berlusconi commenta: "Queste grida scomposte non portano che al rafforzamento della nostra volontà di cambiare la scuola".
Fuori dal Palazzo dei Congressi la protesta assume toni accesi. L'Unione degli studenti commenta: "Alla Moratti e a Berlusconi diciamo vergogna. Una risata vi seppellirà, diceva uno dei nostri striscioni, dopo questo corteo decine di migliaia di risate li hanno sepolti". La Sinistra giovanile rincara la dose: "I talkshow e i colpi ad effetto televisivo non funzionano più. Calato il sipario sugli stati generali la protesta non si ferma, anzi crescerà. Il ministro tragga le conseguenze e si dimetta". Ironico il padre della riforma del centro sinistra: "Una ridda di luoghi comuni e di sentimenti materni '#8212; afferma Luigi Berlinguer '#8212; Berlusconi vuole una scuola che allevi operai e colletti bianchi pronti e in fila obbedienti davanti al manager. La cultura, la capacità critica, il sapere diventano degli optional".