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Repubblica: Ricercatori e studenti in rivolta "Per l´Università non c´è un soldo"

Sit in a piazza Montecitorio contro la Gelmini

15/10/2010
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la Repubblica

CORRADO ZUNINO

ROMA - La piazza, con i suoi caschi gialli per proteggersi dalle macerie della scuola e le tende canadesi simbolo delle occupazioni alzate al cielo, accoglie l´ultima notizia che è mezza piena. La riunione mattutina della commissione Bilancio della Camera conferma: non c´è copertura finanziaria per la riforma Gelmini. Tutto rinviato, di università da rifare si riparlerà a fine anno. "Dimissioni, dimissioni", sale il ritmo in piazza di Montecitorio, l´ultimo luogo dell´infinita protesta della scuola italiana. Dimissioni richieste per il ministro Mariastella Gelmini, che nel "ddl 1905" per 27 volte ha scritto che «la riforma universitaria sarà a costo zero per il pubblico». Poi, però, ha cercato di fermare la rivolta dei ricercatori (da un mese, di fatto, bloccano gli atenei d´Italia) attraverso un emendamento che costerà un miliardo e sette per i prossimi sei anni offrendo novemila assunzioni. Alla fine la Gelmini si è arresa alla volontà del ministro del Tesoro Giulio Tremonti: per l´università non ci sono soldi. Si può solo tagliare, e il 2011, infatti, andrà a bilancio con un saldo di -1,35 miliardi. La discussione della legge viene rimandata alla fine della sessione di bilancio della manovra finanziaria: difficile che la "riforma" possa passare entro il 2010.
Ci sono tutte le sigle dell´università nella manifestazione davanti al Parlamento, «la festa del rinvio della controriforma». Ragazzi saliti da Napoli, imbarcati a Cagliari. Ci sono sindacati Cobas e confederali, i ricercatori diventati categoria centrale, loro sono scesi da Milano e Pavia. E l´Italia dei Valori, singoli pd come Giuseppe Giulietti. La cultura del "flash mob", la mobilitazione rapida, il blitz non annunciato, a mezzogiorno porta i tremila di Montecitorio verso la sede della Conferenza dei rettori, in piazza Rondanini. E lì volano uova contro il palazzo. Poi il corteo inizia un viaggio per il centro storico della capitale, casuale, non autorizzato, caotico: «Riprendiamo il nostro futuro».
Nel resto del paese altri cortei, nuovi blitz. Novene laiche con il refrain "Blocchiamo il ddl" e laicissime "Ave Gelmini". Davanti all´ingresso dell´università di Bari ricercatori bruciano i "curricula", il passaporto professionale. All´ospedale Careggi di Firenze si inaugurano lezioni di medicina all´aperto. A fine giornata gli atenei da segnare con la "x" dell´occupazione saranno sei: tre facoltà (a Roma, Torino e Trieste) e tre rettorati (due a Palermo, uno a Pisa).
Per questa mattina i Cobas hanno proclamato lo sciopero generale dei dipendenti della scuola: prevede dodici manifestazioni regionali. Il mondo della conoscenza annuncia, poi, una presenza diffusa nei due cortei sui precari che la Fiom sta organizzando per sabato a Roma. E Giulio Tremonti annuncia: «Per l´università faremo come per gli ammortizzatori sociali, metteremo il massimo dei soldi possibili. Nel decreto di fine anno, certamente, ci sarà lo stanziamento».


Presentazione del libro il 18 novembre, ore 15:30
Archivio del Lavoro, Via Breda 56 (Sesto San Giovanni).

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