Riforma scuola in aula alla Camera il 7 luglio. Protestano Sel-M5s
Le opposizioni accusano maggioranza e governo di mettere in atto una "forzatura". Ipotesi via libera al Senato entro fine settimana, presto la questione di fiducia. Di Maio a Renzi: se blindi il testo "sei un uomo finito"
ROMA - Il disegno di legge di riforma della scuola approderà nell'aula della Camera il prossimo 7 luglio. Lo ha stabilito la conferenza dei capigruppo di Montecitorio. Una decisione che viene accolta dalle proteste di Sel e Movimento 5 Stelle, che accusano maggioranza e governo di mettere in atto una "forzatura". La riforma della scuola, viene spiegato al termine della capigruppo, ipotizzando il via libera del Senato entro domani o al massimo entro venerdì, passerà all'esame delle commissioni competenti dalla prossima settimana.
Intanto, sono 630 i subemendamenti al testo dei relatori presentati sul ddl scuola in commissione Istruzione del Senato. Ma sul testo, come già confermato ieri dal premier Matteo Renzi al termine del Consiglio dei ministri, si va verso il voto di fiducia domattina. Fra le forze di opposizione, la Lega Nord sta valutando, in caso di voto di fiducia, di rimanere fuori dall'aula.
"Stiamo valutando il provvedimento, ma siamo orientati a seguire la linea di rimanere fuori dall'aula come abbiamo sempre fatto durante le fiducie. In questa valutazione ci stiamo confrontando con Forza Italia e nello specifico con il senatore Marco Marin", spiega il capogruppo Giammarco Centinaio. Sia Marin sia Centinaio partecipano ai lavori della commissione Istruzione.
I punti principali e più discussi della riforma riguardano il piano dell'offerta formativa, i poteri decisionali del dirigente scolastico, il comitato per la valutazione dei docenti, i criteri di assunzione degli insegnanti precari, le agevolazioni fiscali per donazioni a favore delle scuole private. Nella seduta di ieri i relatori in commissione hanno presentato un maxiemendamento, sostitutivo dell'intero testo, che recepisce alcune proposte di modifica. Il maxiemendamento (qui il testo integrale) prevede che tra i 100mila docenti assunti entro il mese di agosto ci siano anche gli idonei del concorso 2012 e che la nuova regola della chiamata diretta dei docenti da parte del preside sia valida da settembre 2016. Gli incarichi conferiti dal dirigente avranno durata triennale. Il preside resta titolare della gestione dell'istituto, ma dovrà rispettare le competenze degli organi collegiali. Il piano dell'offerta formativa sarà elaborato dal collegio dei docenti, sulla base degli indirizzi definiti dal dirigente scolastico, e approvato dal consiglio di istituto.
Intanto, il vicepresidente della Camera, Luigi Di Maio, componente del direttorio pentastellato, scrive su Fb: "Oggi in piazza di Spagna il M5s" chiede "Renzi dimettiti" e il "ritiro del ddl scuola. Assumete i precari 100mila subito, non tra un anno, con decreto e su posti vacanti 2014, attingendo anche dalla II fascia in base al fabbisogno! Renzi, se metti la fiducia sulla scuola, sei un uomo finito".