Riforma, sindacati all'assalto
Da oggi le audizioni in parlamento sul ddl Buona scuola: ecco cosa diranno le sigle. Fioccano le modifiche, il ruolo del dirigente nel mirino
07/04/2015
ItaliaOggi
Alessandra Ricciardi
Alla fine l'unico che si spende per tutelare la figura del dirigente scolastico, e i nuovi poteri che la riforma della scuola gli assegna, è Giorgio Rembado, presidente dell'Anp, l'associazione nazionale dei presidi. Una difesa in cui Rembado invita a riflettere sull'utilità dei nuovi compiti assegnati alla categoria ai fini di un miglioramento della scuola piuttosto che sulla presunta inadeguatezza di alcuni dirigenti a svolgerli.
Le altre sigle rappresentative del comparto scuola (di tutti ospitiamo gli interventi nelle pagine a seguire) sono invece concordi nel chiedere al parlamento che intervenga per modificare il nuovo assetto e ristabilire l'equilibrio tra dirigente e docenti. Una richiesta che sarà formalizzata nel corso delle audizioni alla camera che si terranno a partire da oggi. Di fatto si tratta di buttare a mare, dopo che il governo di sua sponte è già tornato indietro sulla carriera e sull'abolizione degli scatti di anzianità, anche la novità del preside-sceriffo tanto cara al premier Matteo Renzi. «La buona scuola reale non ha bisogno di uomini soli al comando», attacca Francesco Scrima, segretario Cisl scuola, «nella proposta del governo manca del tutto una visione di scuola come comunità professionale...è invece connotata da improvvisazione e scarsa conoscenza del settore». Se il dirigente sceglierà i prof da far lavorare nella propria scuola, «si innescherà una conflittualità che non ha niente a che vedere con la concorrenza e che farà solo del male», spiega Marco Paolo Nigi, numero uno dello Snals -Confsal, «piuttosto si riapra la contrattazione». La proposta governativa «mette a rischio la libertà di insegnamento», rilancia Rino Di Meglio, coordinatore nazionale Gilda degli insegnanti, che accende i riflettori su un altro punto nevralgico della riforma: il merito. «Alla fine, il governo si è limitato ad assegnare un po' di fondi che gestirà il preside...». Per il leader della Uil scuola, Massimo Di Menna, l'unico effetto che il potere di nomina dei docenti assegnato ai dirigenti avrà è quello di gettare nel caos la scuola e i dipendenti. «Unificare il momento dell'assegnazione dell'organico per consentire a tutta la scuola, in termini collegiali, di definire il piano formativo sulla base dell'organico funzionale effettivamente disponibile» è al controproposta. Non ha mezze parole Mimmo Pantaleo, segretario Flc-Cgil: «Il provvedimento del governo è autoritario, si annullano anni di democrazia scolastica basata sulla cooperazione tra le varie componenti...prevedibili anche numerosi contenziosi». E poi ripristinare la contrattazione sia nazionale che di istituto, ridare slancio all'autonomia scolastica, intervenire con un decreto legge per fare subito e bene le 100 mila assunzioni. È facile prevedere che in parlamento ci sarà un vero assalto emendativo