Rivoluzione nei licei, arriva il curriculum dello studente: potrà scegliere una parte delle materie
La novità nel decreto della Buona scuola. Negli ultimi anni i ragazzi potranno personalizzare il corso di studi scegliendo materie obbligatorie e facoltative: "Una offerta di strumenti reali per orientarsi dopo la scuola"
Salvo Intravaia
Con la "Buona scuola" arriva anche il Curriculum dello studente. Da settembre, i ragazzi delle superiori potranno personalizzarsi il percorso di studi scegliendo una parte delle materie da studiare. "Gli studenti - dichiara la senatrice Francesca Puglisi, responsabile scuola della segreteria Pd - devono poter seguire e coltivare talenti e inclinazioni. Con il curriculum dello studente rompiamo la rigidità dell'orario settimanale uguale per tutti e offriamo strumenti reali per l'orientamento".
Tra poco più di un mese, il governo metterà nero su bianco le proposte contenute nel dossier, presentato dal premier lo scorso 3 settembre e successivamente sottoposto al giudizio degli italiani, che delinea una vera e propria riforma complessiva della scuola italiana. Il ministro Stefania Giannini, coadiuvata dal sottosegretario Davide Faraone e dalla Puglisi, sta lavorando con il suo staff alla definizione di un decreto-legge, che conterrà le misure urgenti da approvare prima dell'avvio del prossimo anno scolastico, e di un disegno di legge con le misure meno urgenti. Il primo, conterrà l'assunzione di tutti i precari della scuola inseriti nelle graduatorie provinciali ad esaurimento e la definizione dell'organico funzionale d'istituto. Ma anche il cosiddetto pacchetto studenti, attraverso il quale i ragazzi delle superiori potranno valutare i propri professori, la carriera degli insegnanti e il curriculum dello studente.
Quest'ultimo rappresenta una vera e propria novità per la scuola superiore italiana. Un'idea simile, poi superata dalla riforma Gelmini, era stata avanzata dall'ex ministro Letizia Moratti, nella riforma della scuola primaria e della secondaria di secondo grado. L'introduzione di una consistente flessibilità del curriculum di studio alle superiori rappresenta una mezza rivoluzione e servirà a rilanciare l'autonomia scolastica ma anche a creare quel ponte tra scuola e territorio che nessuna norma ha ancora realizzato concretamente. E questa sembra invece proprio la volta buona perché con l'organico funzionale d'istituto, o per reti di scuole, nelle superiori arriveranno professionalità in più che serviranno a disegnare nuovi curricoli, con materie obbligatorie, opzionali e facoltative. In altre parole, oltre agli insegnanti necessari per coprire le ore di lezione nelle singole classi e per soddisfare le esigenze organizzative - nomina di un vicario, supplenze brevi e svolgimento dei corsi di recupero, per esempio - le istituzioni scolastiche autonome avranno a disposizione anche il personale necessario per attivare nuove discipline di insegnamento, dando all'autonomia scolastica una nuova giovinezza.
La proposta è stata avanzata dalla senatrice Francesca Puglisi e approvata come risoluzione in commissione Cultura al senato lo scorso 14 gennaio. Ecco cosa contiene. L'idea è quella di "prevedere la possibilità, nel rispetto della tipologia e delle finalità dei singoli corsi di studio, soprattutto nelle classi terminali del secondo ciclo di istruzione, di un curriculum dello studente, formato da una parte obbligatoria per tutti e una parte opzionale, a scelta dello studente, oltre che da discipline facoltative di arricchimento". Una proposta che è finita dritta nel decreto-legge ancora in fase di definizione, ma che dovrebbe esplicare i suoi effetti già dal primo settembre di quest'anno. Lo scopo è quello di "garantire una personalizzazione del percorso di studi adeguandolo alle attitudini e agli interessi degli allievi, così da potenziare l'elemento orientativo dell'istruzione". Una proposta che guarda anche alla scelta universitaria in un'ottica di orientamento per evitare l'assalto ad alcune facoltà scientifiche, come Medicina e Odontoiatria, anche da parte di coloro che magari dopo lasceranno per mancanza di vocazione. Sarà compito dei singoli collegi dei docenti e dei consigli d'istituto dare forma concreta alla proposta del governo, abbandonando definitivamente l'omologazione su tutto il territorio nazionale dei curricoli scolastici e avviando una nuova sfida per la scuola italiana.