Scuola, c’è la mediazione sui precari
Spunta l’ipotesi di assumere subito i 100mila insegnanti con decorrenza però settembre 2016. Resta possibile la fiducia
LE RIFORME
ROMA «Sulla scuola deciderà il Parlamento. Per quello che ci riguarda è del tutto evidente che se la riforma passa, ci saranno 100 mila assunzioni, se la riforma non passa o non passa in tempo, le assunzioni saranno quelle del turn over, che sono circa 20-22mila persone»: così, ieri, il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha messo sulla bilancia del disegno di legge scuola i numeri dei nuovi posti di lavoro e il peso delle responsabilità di chi rema contro la sua Buona Scuola, in discussione al Senato.
Stamane, in commissione Istruzione, arriverà un emendamento di sintesi dei relatori, la piddina Francesca Puglisi e Franco Conte di Area Popolare, composto da un solo articolo e che, nelle intenzioni, dovrebbe tenere conto delle richieste di modifica degli altri gruppi parlamentari. I relatori ci hanno lavorato fino a tarda sera, anche se il risultato finale dovrebbe ricalcare al 95% il testo in commissione.
IL COMPROMESSO Se in un primo momento si pensava di ricompattare la minoranza piddina rivedendo i poteri dei presidi e la durata dei loro incarichi, e istituendo un fondo di perequazione cui destinare il 20% dei finanziamenti dei privati (che piace poco a Ncd), il punto di mediazione sarebbe stato trovato sulla presenza di due insegnanti in più nel comitato di valutazione. E, soprattutto, sulle 100mila assunzioni che potrebbero anche essere fatte dal primo settembre, ma la decorrenza economica e l'effettiva presa di servizio scatterebbe un anno dopo, riservando il 50% dei posti ai 'quota 36' al primo concorso almeno alcune delle proposte di modifica della sinistra dem che dovrà votare il ddl anche alla Camera, dove non potrà essere modificata una virgola, per dare il visto si stampi in tempo utile alle nuove assunzioni. Lasciando aperta la possibilità di intervenire successivamente, con apposite deleghe date al governo.
Sonia Orangesdel 2016, e inserendo anche la quota di idonei del concorso del 2012 (circa 6.500 docenti).
Un modo per superare la richiesta della minoranza di un decreto ad hoc sulle stabilizzazionI, sganciato dalla riforma complessiva. Punto su cui Renzi anche ieri è stato irremovibile: «E' il modello di scuola che cambia. Se rimane il sistema di oggi, non si possono assumere i 100mila professori: che cosa gli faremmo fare?».
Si vedrà ora, dal numero di subemendamenti, «se c'è la volontà di approvare il testo, o se la finalità è ostruzionistica», spiegavano ieri fonti piddine. Concludendo che, in quel caso, il ricorso alla fiducia sarebbe ineludibile. A preoccupare sono soprattutto i numeri in commissione. «Ho visto una bozza, non c'è nessuna apertura sulle questioni fondamentali, come il ruolo dei presidi o gli sgravi fiscali per le paritarie», ha dichiarato Corradino Mineo, della minoranza piddina, insieme con il collega Walter Tocci che ieri scriveva sul suo blog: «I centomila precari da assumere sono utilizzati come una clava per imporre scelte inutili o dannose».
LA CONFERMA E se fosse confermato che anche il senatore a vita Carlo Rubbia è pronto a schierarsi con i due dissenzienti, per la maggioranza in commissione scatterebbe davvero l'allarme rosso e il ricorso a maxiemendamento e fiducia sposterebbe la partita in aula, dove i numeri sono più solidi. Anche se il presidente del Senato Pietro Grasso ha già fatto sapere che rispetterà il regolamento alla lettera. Di qui la necessità di lavorare fino all'ultimo minuto utile per limare il testo e accogliere