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Scuola, il 78% degli studenti degli Its trova lavoro entro sei mesi

Toccafondi: «Questi corsi possono essere una risposta alla disoccupazione dei giovani». La valutazione e i 42 percorsi «premiati».

29/05/2015
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Corriere della sera

È il giorno in cui gli Istituti tecnici superiori si prendono la rivincita. Di fronte al «disastro annunciato» delle università, che attraggono sempre meno studenti e che non garantiscono piena occupazione in tempi brevi, questi percorsi di formazione vengono proposti dal Miur come valida risposta alla disoccupazione giovanile. E a guardare i dati sembrerebbe una scommessa vinta: su 1.098 diplomati, il 69,3% (761) risultano essere occupati dopo 6 mesi (650 in coerenza con il percorso svolto), con una quota che sale a 860 a 12 mesi di distanza (78,3%).
Miur e Indire, in collaborazione con la Conferenza delle Regioni, hanno presentato a Firenze «Gli Istituti Tecnici Superiori per lo sviluppo del Paese»: un monitoraggio su questo segmento di istruzione, insieme agli esiti della valutazione dei percorsi ITS, con la pubblicazione della graduatoria sul sito www.indire.it/its. I dati riguardano i 63 percorsi conclusi da almeno un anno al dicembre 2014 e portati a termine nel corso del triennio 2010-2013.

Il monitoraggio

Su 1.512 studenti censiti, il 76% è di genere maschile. La percentuale di abbandono degli studi è del 22,3%. Il 96% dei frequentanti è diplomato e il 4% è laureato. La percentuale maggiore di donne partecipanti è nella fascia di età superiore ai 30 anni mentre per gli uomini si trova nella fascia di età compresa tra i 20 e i 24 anni. Le aziende che hanno ospitato i corsisti in attività di stage sono 1055. Il 65,3% dei docenti proviene dal mondo del lavoro, tra imprese (71%) e liberi professionisti (29%). Le unità formative progettate sono 1.543; di queste, 23 sono svolte all’estero (1,5%) e 199 sono svolte in lingua estera.

«Ruolo strategico»

«Questi istituti - ha detto Gabriele Toccafondi, sottosegretario al Miur - hanno un ruolo strategico per la crescita socio-economica del Paese e possono contribuire considerevolmente a invertire la tendenza negativa dell’occupazione giovanile poiché nascono come scuola speciali di tecnologia. Ora, con questo monitoraggio, abbiamo i dati per capire in che modo il sistema sta funzionando, quali sono le strategie che si sono rivelate vincenti, quali le criticità da analizzare, quali gli interventi da mettere in atto». Il Presidente di Indire, Giovanni Biondi, ha aggiunto: «Gli Its rappresentano un segmento formativo che va a colmare un vuoto nel sistema terziario e nascono per rispondere a precise esigenze del mondo produttivo italiano. Grazie a questi percorsi integrati di studio e lavoro, fondati su attività laboratoriali, viene proposto un nuovo modello didattico basato sul learning by doing. Dai dati in nostro possesso, il tasso di abbandono degli studenti è solo del 22%, nettamente migliore rispetto a quello dei percorsi universitari».

Valutazione e premi

Alla IV Conferenza dei Servizi è anche stato annunciato che, per la prima volta, una quota dei contributi statali destinati agli Its pari al 10%, verrà assegnata grazie a un criterio di premialità che mette al centro, fra l’altro, il numero di diplomati, il loro esito nel mondo del lavoro, la qualità della didattica e degli stage effettuati. Su 63 percorsi valutati 42 riceveranno questo contributo, che servirà per rafforzare i percorsi attivati. Con il ddl sulla «Buona Scuola» il Governo, già dal 2016, intende portare dal 10 al 30% la percentuale di risorse assegnate su base premiale alle singoli fondazioni, tenendo conto del numero dei diplomati e del tasso di occupabilità a 12 mesi raggiunti in relazione ai percorsi attivati.

Le Fondazioni Its

In Italia attualmente le Fondazioni Its sono 75, con 349 percorsi attivati e 7.838 studenti ammessi, di cui il 25,2% di sesso femminile. Fanno parte delle Fondazioni Its oltre 1.335 soggetti partner, tra imprese, Istituti secondari di II grado, agenzie formative, enti Locali, Dipartimenti universitari, enti di ricerca, camere di commercio, organizzazioni sindacali e altri soggetti del mondo del lavoro e della formazione. Alcuni dei 75 Its operano in più aree tecnologiche e in più ambiti. Il numero più elevato di Its (30, pari al 40%) appartiene all’area tecnologica «Nuove Tecnologie per il made in Italy», in prevalenza nell’ambito del sistema agro-alimentare (12) e del sistema della meccanica (11). Seguono gli Its dell’area tecnologica «Mobilità sostenibile» (13), «Efficienza energetica» (11), «Tecnologie innovative per i beni e le attività culturali - Turismo» (10), «Tecnologie dell’informazione e della comunicazione» (6) e «Nuove Tecnologie della vita» (5). Il numero più alto di Fondazioni Its è presente in Lombardia (16), seguita da Lazio ed Emilia-Romagna (ciascuna con 7 Its) e dal Veneto (6).


Presentazione del libro il 18 novembre, ore 15:30
Archivio del Lavoro, Via Breda 56 (Sesto San Giovanni).

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