Scuola, il governo rinvia di 4 giorni: solo assunzioni dei precari per decreto, ma resta il nodo graduatorie
Al ministero dell'istruzione si lavora per definire le varie anime della riforma. Il grosso sarà inserito in un disegno di legge. Ma a preoccupare è la questione della concellazione delle graduatorie a esaurimento
Salvo Intravaia
ROMA - Slitta tutto al prossimo 3 marzo. La notizia che il piano di riforma sulla 'Buona scuola' verrà presentato la prossima settimana non è ancora stata ufficializzata, ma trapela dalle stanze del ministero dell'Istruzione. Dove i tecnici stanno cercando, non senza fatica, di trovare la quadra fra le dichiarazioni del premier Matteo Renzi, che lo scorso 3 settembre ha presentato il dossier con le riforme che traghetteranno la scuola italiana nel terzo millennio, e la realtà della complessa macchina scolastica italiana. Senza trascurare il dettato costituzionale che per un decreto-legge prevede due requisiti imprescindibili: necessità ed urgenza. Per questa ragione martedì 3 marzo il decreto-legge dovrebbe contenere soprattutto il piano di assunzione dei precari, 125.000/148.000 in tutto, e l'organico funzionale legato a queste assunzioni.
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Secondo le indiscrezioni che filtrano da viale Trastevere, il grosso della riforma - curriculum dello studente, merito e carriera degli insegnanti, ampliamento dell'offerta formativa (economia e storia dell'arte al superiore, inglese, educazione motoria e musica all'elementare) - dovrebbero scivolare nel disegno di legge accoppiato al decreto. Ma quello che tiene banco in queste ore di vigilia (la presentazione dei due provvedimenti era stata annunciata per venerdì prossimo) è il mega piano di assunzioni che dovrebbe cancellare le graduatorie provinciali dei precari.
Cosa che, a quanto pare, non avverrà. Perché tra i 134.000 inclusi nelle graduatorie ad esaurimento ci sono supplenti di materie che non si insegnano più - come il trattamento testi che una volta era denominata Stenografia e dattilografia - o troppi inclusi nelle graduatorie della scuola dell'infanzia.
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Alcuni rimarranno certamente delusi dal mezzo passo indietro del premier, ma il governo non vuole assumere - e pagare - docenti che poi non sa dove collocare. "Verranno assunti sono quelli necessari alle scuole", hanno ripetuto sin dall'inizio i più vicini al ministro Stefania Giannini. Resta il dubbio sulla mobilità: ai neoassunti verrà chiesto di trasferirsi di provincia o addirittura di regione? A quanto pare, per assumere anche coloro che rientrano nella recente sentenza della Corte di giustizia europea, il piano di assunzioni potrebbe essere ultimato in due e non più in un solo anno.
C'è poi la questione dell'organico funzionale, che dovrebbe superare il dualismo organico di diritto/di fatto. Sarà d'istituto o di rete? In altre parole, i docenti saranno assegnati alle scuole o a reti di scuole che potranno utilizzarli al meglio? A quanto sembra, l'organico funzionale sarà misto. Ma le risposte a tutti i quesiti si avranno fra pochi giorni: il 3 marzo, quando il presidente del consiglio dovrebbe presentare i due provvedimenti.