Scuola, il rebus dei premi al merito Restano gli scatti di anzianità dei prof
Ai docenti 400 euro per libri e spettacoli. Sconto fiscale solo alle paritarie dell’infanzia
ROMA Dietrofront. Gli scatti di anzianità restano. Ogni 9, 15, 21, 28, 35 anni, i docenti avranno il loro aumento di stipendio. Come è stato fino ad oggi. Dopo averli prima cancellati del tutto, poi ridotti al 30 per cento, la Buona Scuola li rimette in campo: al cento per cento continueranno a pesare sullo stipendio dei prof. Ma rimangono anche quelli di merito, tanto sbandierati fin dall’inizio del lavoro sulla riforma renziana della scuola italiana, «per valorizzare la professionalità del docente e ridare dignità al suo ruolo sociale». Nelle intenzioni della Buona Scuola, avrebbero dovuto pesare sulla busta paga per il 70 per cento. Ci saranno ancora. Ma per questo si cercano «risorse fresche», che il premier Renzi ha assicurato riuscirà a trovare con l’aiuto del ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan.
Il ripensamento sugli scatti lo ha voluto lo stesso Renzi che fino all’ultimo continua ad esaminare, aggiungere, togliere, modificare il testo del disegno di legge sulla riforma preparato dal ministero dell’Istruzione che oggi pomeriggio il Consiglio dei ministri licenzierà e manderà alle Camere per la discussione parlamentare. E all’ultimo minuto entra anche la «Carta degli insegnanti»: 400 euro per il prossimo anno scolastico per tutti i professori da spendere in consumi culturali (libri, teatro, concerti, mostre, audiovideo telematici). Una cosa simile c’era già stata con l’allora ministra dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza. La Carta è un modo «per dare un segnale agli insegnanti, per rafforzare la dignità sociale del ruolo del docente». E forse nella decisione ha pesato il calcolo fatto appena pochi giorni fa dalla Uil Scuola secondo cui lo scatto di merito per uno stipendio medio di un professore sarebbe stato di circa 16 euro lordi al mese.
Resta l’altro nodo cruciale: con quanti professori si farà la Buona Scuola dal primo settembre 2015? Centomila precari assunti a tempo indeterminato sono quelli che vuole il governo: da Graduatorie ad esaurimento e vincitori del concorso 2012. Con il decreto legge ci sarebbe riuscito. Con il ddl tutto si allunga. Anche se ieri la ministra alle Riforme Maria Elena Boschi alla Camera ha promesso: «Manterremo l’impegno a garantire le nuove assunzioni dal primo settembre e ci sono i tempi perché questo possa avvenire attraverso l’approvazione da parte del Parlamento».
Più prof così da aprire le scuole anche il pomeriggio è l’idea del premier che insiste nel puntare moltissimo sull’autonomia dei presidi; si potranno fare la loro squadra con i cosiddetti mentor ; sceglieranno i prof in base al proprio progetto scolastico e premieranno i più meritevoli. «Ma - dice Massimo Di Menna della Uil - così si rischia la rivolta della scuola». Invece «quello della scuola è un lavoro di squadra - aggiunge Mimmo Pantaleo della Flc Cgil - che va valorizzato nel suo insieme». Meglio quindi «definire degli obiettivi che vanno raggiunti con il lavoro di tutti - è la proposta della Cgil - con dei criteri e dei parametri oggettivi».
Si torna indietro, infine, anche sulla detrazione fiscale per chi manda i figli alle scuole paritarie. Secondo il premier sono soprattutto le paritarie dell’infanzia e della primaria ad offrire un servizio pubblico che lo Stato non riesce a garantire: la detrazione riguarderebbe solo questo ciclo di scuole.
Claudia Voltattorni