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Scuola, la riforma nel mirino verso il blocco degli scrutini

Studenti e sindacati vanno all’attacco: «Faremo sciopero generale il 5 maggio».

27/04/2015
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Il Messaggero

ROMA La contestazione al ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, alla Festa dell’Unità di Bologna, sembra essere la punta dell’iceberg di un malumore crescente e di una saldatura omogenea di sigle sindacali e studentesche contro il progetto di Riforma della scuola. Il disegno di legge sembra aver messo tutti d’accordo e in molti temono un’escalation di proteste che potrebbe causare non pochi problemi sia al percorso di riforma e sia all’anno scolastico in corso. Lo sciopero generale unitario del 5 maggio coincide, non casualmente, con la prima prova preliminare dell’Invalsi per la scuola primaria (prova di lettura per la II primaria e prova di italiano per la II e IV primaria), che vista l’alta adesione attesa molto probabilmente non si svolgerà. Così come sembra destinata a saltare la prova di valutazione del 12 Maggio per le scuole secondarie, infatti proprio per quel giorno l’Unione degli Studenti ha indetto un boicottaggio delle prove Invalsi per i licei, con sit-in, presidi, manifestazioni territoriali.
LA PROTESTA
«Noi scenderemo in piazza il 5 maggio con tutto il mondo della scuola perché riteniamo che questo attacco alla scuola pubblica deve essere respinto da tutte le forze sindacali e studentesche e dalla società e la cittadinanza tutta – dichiara Danilo Lampis, coordinatore nazionale dell’Unione degli studenti, che continua - la nostra lotta non è corporativa ma crediamo che il futuro dell’istruzione sia un tema centrale per tutto il Paese. Il 12 Maggio inoltre boicotteremo le prove Invalsi in tutti gli istituti superiori, perché riteniamo questo strumento totalmente inadatto a dare una visione coerente di quello che è lo stato di salute della scuola italiana». Se gli studenti sono già sul piede di guerra, si scorge invece dalle organizzazioni sindacali una sorta di attendismo per vedere sia il comportamento del Governo sull’iter parlamentare della Riforma e sia sugli emendamenti che verranno presentati ufficialmente oggi. Il Gilda, storica sigla del sindacalismo autonomo, già qualche giorno fa ha fatto presagire che il blocco degli scrutini, non è poi così lontano. «Prima di bloccare gli scrutini, come estrema ratio contro questa Riforma, occorre stralciare l’accordo Aran, che in qualche modo precetta dal 2000 i docenti che devono vi debbono partecipare – dichiara Tito Russo, Flc Cgil, che prosegue – il ricorso a questa forma di protesta va ad inserirsi in una serie di azioni più pratiche che stiamo mettendo in piedi, più che sit-in e piccoli cortei puntiamo a bloccare quello che nella scuola non va».
PORTA STRETTA
Se docenti precari e non, studenti e personale Ata sono sul piede di guerra, i presidi invece sembrano più sereni sulla riforma e minacciano azioni disciplinari per coloro che cercheranno di bloccare scrutini e il corretto corso dell’anno scolastico. Mario Rusconi, presidente di Roma e del Lazio dell’Anp (Associazione Nazionale Presidi) afferma che: «si può esprimere un parere negativo nei confronti de ”La buona scuola” anche se molti insegnanti dovrebbero leggere prima il disegno di legge, ma non si può ricorrere a strumenti di tipo luddistico, distruttivo nei confronti della scuola. Questo è un atteggiamento sconsiderato e vietato dalla norma. I presidi possono prendere sia provvedimenti di sospensioni e commutare multe e spero che lì dove il funzionamento della scuola sia messo a repentaglio ricorrano a questi strumenti normativi».
Massimiliano Coccia


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Archivio del Lavoro, Via Breda 56 (Sesto San Giovanni).

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