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Scuola, nuove date per i test Invalsi ira di prof e studenti

Spostati al 6 e 7 maggio. I sindacati: «Una mossa scorretta per evitare lo sciopero». Critiche alla Giannini dai vertici Pd

28/04/2015
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Il Messaggero

ROMA Il presidente e il vice segretario del Pd, Matteo Orfini e Lorenzo Guerini, pur senza nominarla, hanno bacchettato il ministro Giannini («è sbagliato bollare di squadrismo chi manifesta il proprio dissenso»), mentre la proclamazione dello sciopero generale unitario della scuola per il 5 maggio prossimo ha scatenato una sorta di guerra di posizione tra istituzioni e sindacati. Ieri, infatti, Anna Maria Ajello, presidente nazionale dell’Invalsi, l’istituto preposto alla valutazione del sistema scolastico e formativo, ha spostato le due prove previste per la giornata dello sciopero, annullando così l’effetto boicottaggio pensato dai sindacati. E le reazioni non si sono fatte attendere. Per Domenico Pantaleo segretario nazionale del Flc Cgil, «la decisione dell’Invalsi di spostare le prove al 6 e 7 maggio per le elementari e confermarle il 12 per le medie, con la motivazione della proclamazione dello sciopero del 5 maggio, conferma che il Governo teme una larghissima adesione all’astensione dal lavoro e che si estenda la mobilitazione contro il disegno di legge sulla scuola. Non si ricorre, infatti, al differimento nelle date del 6 e del 12 maggio quando sono stati proclamati altri scioperi da altre sigle». «Dubitiamo della legittimità di questo differimento delle prove – prosegue Pantaleo -tra l’altro deciso dall’Invalsi e non dal Miur. Valuteremo eventuali risposte anche sul versante legale». Attacchi alla decisione arrivano anche da Danilo Lampis, coordinatore nazionale dell’Unione degli studenti che parla di un «atto gravissimo e senza precedenti».
GLI INTERVENTI
Nella movimentata giornata di ieri, hanno cominciato a fare capolino anche i favorevoli alla riforma ed è il caso di quattro presidi che hanno scritto una lettera aperta ai colleghi e al mondo della scuola che in rete è al centro di discussioni. I quattro dirigenti scolastici, Alessandra Rucci , Antonio Fini, Laura Biancato e Salvatore Giuliano hanno lanciato l’hastag #iononsciopero e nella loro lettera ribadiscono «che lo sciopero è demagogico. Non ci sono scuse stavolta. Nessuno può parlare di tagli. Nessuno può parlare di precariato. Ci sentiamo di esprimere a sostegno di questo Ddl, che è per noi una buona base di partenza per ricostruire una scuola migliore». E mentre infuria la bufera sui social e nelle assemblee, prosegue il lavoro all’interno della Commissione Scuola della Camera, che ieri ha modificato su proposta della relatrice Maria Coscia, l’articolo 1 della riforma, ampliando il preambolo valoriale del ddl, in cui compaiono tra gli altri riferimenti forti alla lotta alla dispersione scolastica, la collegialità e la piena libertà di insegnamento. Secondo Anna Ascani, deputata del Pd, le modifiche all’articolo 1 «sono un punto di partenza importante sia a livello politico che pratico. Il lavoro in commissione procede in maniera serena ed equilibrata tra maggioranza e opposizione. Stiamo cercando di fare una “buona scuola” condivisa e forte».

Massimiliano Coccia