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Sindacati contro il Governo: “Non è stato fatto niente per evitare le classi pollaio”

Graziamaria Pistorino (FLC CGIL): “Subiamo un taglio lineare all’organico Covid, previsto in servizio solo fino a dicembre”.

12/08/2021
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il manifesto

«Un distrattore di massa»: così Graziamaria Pistorino, componente della segreteria nazionale della FLC CGIL, definisce l’obbligo di green pass per il personale scolastico con sanzione annessa (la sospensione dello stipendio dopo 5 giorni di mancata esibizione del pass).

Perché siete contrari alla norma?

Abbiamo fatto una valutazione guadando alla platea interessata: il 90% degli addetti sono vaccinati, l’ha riferito venerdì lo stesso ministro Bianchi rivedendo le stime del generale Figliuolo, contestate dalle regioni. Mettiamoci poi un 5% di possibili esentati per motivi di salute. È normale che un governo faccia un’operazione offensiva anche dal punto di vista della comunicazione per una platea così ristretta? Si vara una norma per un’unica categoria, più pesante di quella introdotta in sanità, per un 5% di non vaccinati? Soprattutto senza considerare la responsabilità sociale dimostrata e gli sforzi compiuti dal personale della scuola. Si è spostata l’attenzione dal disinvestimento di questo governo nei confronti della scuola.

Il governo dice che in questo modo si rientra tutti in classe.

Si dice «scuola in presenza» ma si traduce «taglio dell’organico Covid». Nel precedente anno scolastico sono stati investiti un miliardo 850 milioni sulla possibilità di attivare personale aggiuntivo, docente e Ata (il cosiddetto organico Covid). La maggior parte delle risorse sono state impiegate sullo sdoppiamento delle classi di primaria e infanzia, dove non si potevano usare le mascherine né andare in dad. Anche il prossimo anno scolastico varrà il vincolo del dpr 81 2009, la riforma Gelmini, con numeri elevati per la formazione delle classi. A tutt’oggi abbiamo aule con 30 studenti e le abbiamo nei contesti più deprivati e più complicati per la dad, come i professionali. Nessun governo se ne preoccupa. In più avremo un taglio lineare dell’investimento (impegnati 350 milioni) sull’organico Covid, che si potrà attivare solo da settembre a dicembre ed esclusivamente per il recupero formativo. A gennaio ciascuno tornerà alla solita organizzazione scolastica. Però il ministero ha stanziato 358 milioni fino al 31 dicembre per sostituire i docenti senza green pass. L’attenzione dell’opinione pubblica è rivolta verso un nucleo circoscritto di addetti non vaccinati, mentre si tagliano le risorse per la scuola in presenza.

Ci sono gli spazi per sdoppiare le classi?

Sull’edilizia scolastica ci sono stati investimenti ma il rifacimento o la ristrutturazione dureranno anni e non daranno risposte a settembre. Il decreto 111 che ha introdotto il green pass, all’art 1, recita «la scuola è in presenza» ma non ci sono le aule e non ci sono gli insegnanti per sdoppiare le classi con gli spazi che abbiamo ricavato l’anno scorso. Il punto è che sulle classi di 30 alunni questo governo non è intervenuto a marzo, quando si definiscono gli organici. Noi ci aspettavamo una deroga al dpr 81 che ha creato «le classi pollaio», si potevano prendere provvedimenti correttivi o almeno confermare l’investimento dell’anno scorso.

Non vi convince neppure il protocollo sicurezza.

Abbiamo chiaro il ricordo dell’approfondita discussione dell’anno scorso sulle rime buccali? Poemi furono scritti. Adesso il Cts ci dice che se ci sono le condizioni, bisogna tenere il distanziamento di un metro, mentre se non ci sono bastano le mascherine. Non crediamo sia utile né efficace questa raccomandazione. Un altro punto critico sono la trasparenza dei dati e il monitoraggio. Abbiamo attraversato mesi in cui le scuole avevano andamenti differenti in base ai colori delle regioni; sistemi didattici differenti tra primarie e superiori e in base ai cluster. Dati preziosi che ogni settimana i dirigenti scolastici hanno caricato sulla piattaforma informatica del settore. A ogni riunione chiediamo il monitoraggio ma non l’abbiamo mai avuto. La foto della pandemia in circostanze differenziate è fondamentale per studiare interventi e correttivi. Chiediamo anche il tamponamento di tutti gli studenti subito prima dell’ingresso in aula.

Precari, di nuovo le graduatorie piene di falle ed errori.

Inaccettabile la demagogia sul lavoratore precario della scuola, la stabilizzazione viene intesa come una forzatura, quasi un favore. Per 10, 15 anni abbiamo avuto precari che avevano già superato i concorsi ma non potevano contare su un plafond di assunzioni adeguato, adesso ci sono i posti ma non ci sono i percorsi per coprire le cattedre. Il precario è dipinto come uno che vuole fare una truffa. I percorsi abilitanti devono essere programmati in maniera sistematica per coprire tutte le cattedre. Ogni anno una percentuale elevatissima di docenti non di ruolo supporta l’intero comparto dell’istruzione. Lo Stato, come confermato dalle condanne subite dell’Italia a livello europeo, è il più grande utilizzatore di lavoro precario del paese.

Adriana Pollice


Presentazione del libro il 18 novembre, ore 15:30
Archivio del Lavoro, Via Breda 56 (Sesto San Giovanni).

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