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Strepitosa Kazzinger School

di Pippo Frisone

17/03/2015
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ScuolaOggi

Una “rivoluzione strepitosa” in 10 slides è la Buona Scuola di Renzi, contenuta nei 24 articoli del ddl “provvisorio” presentato all’ultimo Consiglio dei Ministri del 10 marzo.Dalle “riforme epocali” della Gelmini siamo passati al “parto indolore e gioioso” della Giannini. Ma si può ancora parlare di riforma in un Paese che ha oramai smarrito e rovesciato anche il significato delle parole ?

Tutti i ministri che si sono avvicendati a viale Trastevere negli ultimi vent’anni da Berlinguer a Moratti, da Gelmini a Giannini hanno, a vario titolo, affrontato il tema della riforma della scuola.

E se fino all’altro ieri, le riforme servivano esclusivamente a tagliare e a ridurre la spesa pubblica destinata all’istruzione oggi, col Governo Renzi, assistiamo per la prima volta ad una inversione di tendenza. La legge di stabilità assegna alla scuola 1,5 miliardi sul 2015 e 3 miliardi dal 2016.

E questo è un primo dato , tutto da verificare , perché nel ddl sono entrate altre voci di spesa non previste nel progetto originario sulla Buona Scuola.

Parlo delle detrazioni fiscali previste per le scuole private, della Card di 500 euro per ogni docente da utilizzare per l’aggiornamento nonché dei 200 milioni destinati al merito dei docenti,                   del mantenimento degli scatti d’anzianità, dei 12 e 35 milioni destinati ai Dirigenti Scolastici per il 2015 e 2016 …tanto per citare le novità più significative.

Basterà la riduzione del piano di assunzioni da 150mila a 100mila a trovare le coperture necessarie

alle nuove voci di spesa ? Non è un caso che l’ultimo articolo del ddl , l’art.24, destinato alla copertura finanziaria, non indica alcuna cifra, riservandosi ulteriori limature dopo aver sottoposto l’intero provvedimento al vaglio del MEF.

Il mantenimento degli scatti d’anzianità che le OO.SS. hanno salutato come una loro vittoria, come verrà coperto ? Sparirà definitivamente il MOF o quel che rimane del Fondo d’Istituto?

Sicuramente va salutato positivamente il piano straordinario di assunzione, col superamento delle GAE, già previsto tra l’altro da Fioroni sin dal 2007. Il ridimensionamento da 150mila a 100mila non si giustificano con le 23mila maestre precarie dell’Infanzia, scorporate dal piano e fatte slittare di qualche anno. Vengono lasciati a terra, contrariamente alle promesse iniziali,  gli idonei del concorso del 2012 nonché gli abilitati in seconda fascia dalle graduatorie d’istituto, sui posti vacanti e disponibili. Circa 30mila precari che in qualche modo cercheranno di farsi sentire , premendo su sindacati e Parlamento .

Sicuramente tra gli aspetti positivi vanno annoverati il tentativo di dare alla scuola dell’autonomia un organico potenziato legato al fabbisogno e quello di finanziare  l’aggiornamento dei docenti. Restano sullo sfondo le pericolose incognite legate alla valutazione del merito dei docenti e le nuove competenze assegnate ai Dirigenti Scolastici, visti come sindaci o sceriffi all’interno di una scuola-azienda sempre più autoritaria e verticistica. E’ la fine della scuola dei decreti delegati del ’74, della gestione sociale e degli organi collegiali.  Si entra nell’era del preside-manager, tanto caro al centro-destra,  preludio di una eccessiva gerarchizzazione che metterà a rischio l’autonomia della funzione docente e la stessa libertà d’insegnamento.

Rischio più che reale con la costituzione degli Albi territoriali per la chiamata diretta dei docenti che va a scimmiottare una proposta avanzata a suo tempo da Forza Italia.

E’ questa di Renzi una riforma vera?  Più che di riforma parlerei di un minestrone di norme che volutamente affrontano materie  diversissime tra di loro, al solo scopo di farle approvare in una logica di scambio politico e veti incrociati.

Sarebbe stato auspicabile lo scorporo del piano delle assunzioni con lo strumento del decreto-legge e lasciare nel ddl gli aspetti più legati alla riforma organizzativa del sistema scolastico. Ma anche questa scelta di buon senso è stata sacrificata alle logiche politiche e al braccio di ferro continuo tra governo e parlamento.

Ce la farà il Parlamento a trasformare un minestrone indigesto qual è l’attuale ddl in una riforma degna di questo nome? Temo fortemente che il ddl  non solo non verrà sostanzialmente modificato ma che difficilmente sarà approvato in tempo utile.

E allora si passerà al decreto-legge. Con buona pace della Kazzinger School.


Presentazione del libro il 18 novembre, ore 15:30
Archivio del Lavoro, Via Breda 56 (Sesto San Giovanni).

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