Torna il doppio maestro e in ogni scuola arrivano fino a 5 docenti in più
Pronta la riforma: 148mila assunzioni a partire da settembre In ruolo anche i supplenti da 3 anni. Caccia ai prof di matematica
19/02/2015
Corrado Zunino
ROMA .
Ogni istituto avrà da due a cinque insegnanti in più. Questo dal 15 settembre 2015, data di probabile inizio del prossimo anno scolastico. Il decreto “La buona scuola” sarà raffinato da qui a sabato prossimo, sommariamente annunciato dal premier Renzi alla festa della scuola di domenica e portato in Consiglio dei ministri in versione definitiva venerdì 27. Il bonus insegnanti, che alle elementari, soprattutto al Sud, consentirà il ritorno delle compresenze delle due maestre (due-tre ore la settimana), sarà prodotto dall’assunzione di 148mila precari. Questo è nero su bianco: prenderanno il loro “ruolo” nelle classi della primaria, alle medie inferiori, alle superiori.
Il nodo su chi sarà assunto e come, il passaggio più difficile nella stesura delle bozze di decreto (al testo iniziale del ministero si sono aggiunte, integrate, su certi punti in conflitto, le bozze dei dirigenti scolastici del Pd), è stato sciolto nell’ultimo incontro al ministero dell’Istruzione. Ieri mattina. I precari saranno presi (e stabilizzati) da tutte e tre le graduatorie esistenti: Gae provinciali a esaurimento, quindi seconda e terza fascia d’istituto. La maggior parte dei neoinsegnanti arriverà dalle liste “nazionali”. Oggi nelle Gae ci sono centoventimila supplenti che, a vario titolo, hanno fatto supplenze nelle scuole italiane. Saranno assunti tutti. Visto che il decreto parla di 148mila da stabilizzare, i precari delle Graduatorie a esaurimento non basteranno. La seconda tranche di assunzioni sarà, quindi, quella imposta dalla sentenza della Corte di giustizia europea dello scorso 26 novembre: tutti coloro che hanno fatto supplenze per almeno 36 mesi su un posto vacante. I sindacati allora esultarono parlando di 250mila candidati al posto fisso. Oggi il Miur, chiudendo a fatica un censimento scolastico complicato, assicura che sono solo 1.793: 875 sono inseriti nelle Gae, 755 in seconda fascia, 163 in terza.
Restano da coprire 19mila posti vacanti. Già. Aggiornando i dati sui bisogni della scuola si è scoperto che a fronte di troppi insegnanti di Lettere e Filosofia, troppi maestri elementari, sono sguarnite le classi di concorso di matematica e fisica per le scuole superiori e di matematica per le medie. Con quali criteri si prenderanno allora i nuovi 19mila prof di algebra e geometria? Come potranno, governo e ministero, evitare la solita valanga di ricorsi da parte degli esclusi? Tre sono le ipotesi. O si utilizzerà un criterio di anzianità di servizio: entra chi ha 35 mesi di supplenze e così a scendere. O per questi 19mila si prevederà un anno ponte, da convertire successivamente in assunzione a tempo indeterminato. O, infine, per il residuo dei prof si allestirà un concorso ad hoc da realizzare in temla pi brevi. Entro sabato l’ultimo passaggio — come reclutare i 19mila — sarà definito.
Se lo schema sarà confermato in Consiglio dei ministri, «il 50 per cento dei precari sarà fuori dalle assunzioni». Lo sostiene la Uil. Già, la cifra monstre di giugno 2014 — 620mila laureati all’interno delle tre graduatorie — si è via via ridotta. In quei numeri c’erano posizioni di chi nel frattempo aveva scelto un altro lavoro, c’erano 40mila reduci dell’area campana in odor di frode (cancellati). Resta il fatto che, a fronte di una prima fascia che sarà interamente prosciugata, resteranno fuori almeno centomila aspiranti insegnanti della seconda e il doppio della terza (tra loro chi si è abilitato con Taf e Pas). A tutti questi sarà offerta una chance l’anno successivo con il nuovo concorsone. Per quella prova si prevedevano 40mila vincitori, ma saranno di più. Tutti i neoassunti saranno sottoposti a un anno di prova che non potrà più essere un “pro forma”.
Gli addetti ai lavori confermano che molte assunzioni de “La buona scuola” saranno al Sud, dove, d’altronde, l’istruzione è in affanno e la dispersione scolastica alta. Dice il premier Matteo Renzi: «Stiamo chiudendo il pacchetto sulla scuola: può non essere il migliore del mondo, ma dobbiamo cambiare le cose, non storcere il naso».