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Un anno per leggere 25 righe, così la ricerca in Italia finisce nel nulla

Il bando europeo Sir ancora al palo. E intanto i ricercatori hanno già vinto posti all’estero. Il caos per scegliere i valutatori internazionali. La storia di Alessio Terenzi

21/02/2015
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Corriere della sera

Orsola Riva

Dodici mesi per leggere 25 righe di presentazione. Possibile? Pare di sì. A più di un anno dalla pubblicazione del bando Sir (Scientific independence of young researchers) per giovani ricercatori italiani e stranieri, restano ancora da valutare una ventina di progetti sui 5.250 arrivati. Il ministero dell’Istruzione assicura che presto si chiuderà la prima fase di valutazione (che consiste appunto nella lettura di un “summary” di 25 righe più il curriculum del candidato) con l’indicazione di una rosa di candidati: dopo la nuova protesta anche via twitter dal Miur è arrivata una nuova promessa a fare presto. Si fa per dire. Perchè per sapere il nome dei vincitori ci vorranno ancora mesi (una seconda “shortlist” e poi i colloqui), mentre in teoria la selezione avrebbe dovuto concludersi entro la fine dell’anno scorso.

La lettera


Stanchi di aspettare, a metà febbraio alcuni dei ricercatori hanno deciso di scrivere una lettera al ministro Stefania Giannini (per ora l’hanno firmata in 400) per denunciare i tempi biblici del bando “impensabili per il mondo della ricerca contemporanea”. E infatti, mentre dei vincitori non c’è traccia, moltissimi sono già i “vinti”: quelli che nel frattempo hanno fatto le valigie e sono andati a lavorare in qualche università straniera. Alessio Terenzi è un chimico palermitano di 33 anni. “L’anno scorso – racconta – ho presentato quasi contemporaneamente due progetti di ricerca molto simili: uno per il bando Sir, l’altro per una posizione di post dottorato a Vienna cofinanziata dalla Marie Curie Action, una prestigiosa borsa europea”. Peccato che a luglio Alessio sia stato chiamato da Vienna. “Mi hanno pagato anche il viaggio – racconta -: ho fatto l’interview (il colloquio, ndr) e una settimana dopo mi hanno telefonato per dirmi che il posto era mio. E così mi sono trasferito in Austria. E sa quanto prendo? Tremila euro al mese, mentre in Italia ne prenderei 1.900”.

La speranza delusa


E dire che, almeno sulla carta, il bando Sir doveva servire a “sostenere i giovani ricercatori nella fase iniziale della loro carriera, attraverso il finanziamento di un programma di ricerca indipendente” in un’università italiana. L’entità dell’assegno? Fino a un milione di euro per tre anni. Le condizioni richieste? Essere under 40 e non aver conseguito il dottorato da più di 6 anni. In tutto ci sono a disposizione 47 milioni. Perciò le probabilità di vincere si aggirano fra l’1 e il 2 per cento (calcolando che il costo dei singoli progetti oscilli fra il mezzo milione e il milione) . “Io non ci conto proprio”, dice Alessio. Ma poi ammette che, se mai gli capitasse di vincere, farebbe i salti mortali pur di tornare a lavorare nella sua università (nonostante il diverso trattamento economico e tutto il resto). “Perché non posso fare qualcosa di buono per il mio Paese? – dice – In fondo l’Italia ha speso tanti soldi per formarmi. E, come me, tanta altra gente che all’estero è apprezzatissima. Nessuno di noi chiede che il posto gli sia garantito per diritto divino: vorremmo solo poter partecipare a dei bandi condotti lealmente anche a casa nostra”.

Il pasticcio degli esperti internazionali

E qui viene la seconda nota dolente della vicenda. Fra le incomprensibili “trascuratezze” del bando Sir segnalate dai firmatari della lettera c’è il fatto che, per garantire l’imparzialità della procedura di selezione e uscire dalle consuete logiche localistiche segnate dal conflitto di interesse il processo di selezione avrebbe dovuto essere affidato a “esperti di settore internazionali”. Ma, si legge nella lettera, “dagli atti ufficiali risulta che benché il bando sia stato emanato il 23 gennaio 2014, solo il 25 febbraio il ministero avrebbe chiesto all’Erc (European Research Council, ndr) di fornire i nomi dei valutatori e il 16 luglio il presidente dell’Erc Jean Pierre Bourguignon avrebbe comunicato l’impossibilità di aderire alla richiesta pervenuta”. Così, mentre a luglio Alessio aveva già vinto il suo bando europeo, alla fine di ottobre il Miur annunciava che si erano finalmente insediati tutti i comitati di selezione e che le procedure erano state avviate (sì, solo avviate). E fino a qualche giorno fa mancavano ancora una quarantina di progetti da valutare. Ma niente paura. Come recita l’ultimo bollettino di viale Trastevere, “ulteriori aggiornamenti saranno forniti su questo sito lunedì prossimo, 23 febbraio 2015”. E intanto il tempo passa. E la nostra meglio gioventù fa le valigie.


Presentazione del libro il 18 novembre, ore 15:30
Archivio del Lavoro, Via Breda 56 (Sesto San Giovanni).

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