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Una brutta sorpresa per il personale ATA

di Gabriella Bellafiore

09/01/2014
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bbiamo appena festeggiato l'Epifania ed oggi ci ritroviamo in pieno Carnevale!

Orribile rientro a scuola per il personale della scuola: al taglio dello stipendio per gli insegnanti reso noto in questi giorni (ora rientrato), si aggiunge per il personale ATA l'orribile scherzo del recupero di quanto percepito con decorrenza settembre 2011 a seguito dell'attribuzione della prima o seconda posizione economica (nota Miur prot. n. 2 del 7/01/2014).

Si tratta di compensi erogati  a seguito dell'applicazione di una specifica sequenza contrattuale, esclusivamente a chi ha superato un apposito percorso formativo. Percorso articolato e comprendente non solo l'approfondimento di argomenti specifici attinenti al proprio mansionario, ma anche lo svolgimento di attività che permettono al tutor che segue l'andamento del corso di valutare il raggiungimento dei livelli di competenza previsti per l'attribuzione appunto di tale beneficio economico.

Insomma, la macchina amministrativa che consente di erogare tali benefici è, perché i corsi si sono svolti e continuano a svolgersi, elefantiaca: innanzitutto il personale chiede di accedere ai corsi di formazione; poi, superata la selezione per l'ammissione al corso, frequenta e assicura il conseguimento di un certo numero di crediti formativi. Infine, acquisiti i crediti necessari, confluisce in una graduatoria provinciale da cui sono estratti i nominativi dei beneficiari. 

Il numero di tali beneficiari è diverso a seconda dell'anno considerato, dipendendo esso dal numero di titolari dell'anno precedente che lasciano libero l'incarico.

"Bene", diranno i più! Finalmente non compensi erogati a pioggia, ma attribuiti a chi effettivamente li merita!

"Giusto!", aggiungo io, anzi sacrosanto perseguire il merito nella Pubblica Amministrazione.

Ma perché questo merito cercarlo solo nelle basse sfere? Qual è il livello di prestazione raggiunto da chi ha permesso che il personale ATA, che ha usufruito con decorrenza 2011 di tale beneficio economico, dopo essersi sottoposto alla trafila suindicata, dopo aver svolto attività che hanno comportato maggiori responsabilità (perché questo si accompagna all'assegnazione del beneficio economico: la disponibilità ad assumersi maggiori oneri e responsabilità nell'espletamento delle mansioni) a distanza di due anni e 4 mesi dall'inizio della riscossione del compenso, debba sentirsi dire dal Miur (buono) che il Mef (cattivo) ha deciso che nessuno può guadagnare più di quanto guadagnato nel corso del 2010 e pertanto quei soldi riscossi dovranno essere restituiti!?

Però, udite udite che magnanimità, a piccole rate! Si rasenta l'assurdo!

Così facendo veramente si insiste nell'istigazione allo "scansafatichismo". Così facendo veramente i dipendenti pubblici perderanno motivazione nello svolgere il proprio lavoro, realmente cercheranno di lavorare il meno possibile.

E pensare che davvero i dipendenti pubblici potrebbero mettere in ginocchio la macchina amministrativa dello Stato, basterebbe loro qualche giorno di sciopero bianco. Basterebbe loro semplicemente rispettare in modo rigido e burocratico le regole e l'orario di lavoro e poi forse davvero si inizierebbe a capire se davvero i dipendenti pubblici sono gli scansafatiche che si vogliono dipingere o se invece, nella stragrande maggioranza, sono persone che mettono passione e volontà in quel che fanno e consentono a questa pletora di dirigenti che abbondano a tutti i livelli di essere magnanimi (sulle fatiche degli altri e soprattutto sul portafoglio degli altri).

da Sinergie di Scuola
 


Presentazione del libro il 18 novembre, ore 15:30
Archivio del Lavoro, Via Breda 56 (Sesto San Giovanni).

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