Unità: Gelmini sotto sfratto. "Ed è appena l'inizio"
300mila in piazza in tutta Italia. Nei cortei sfilano insieme studenti, universitari e precari.A Roma «fantasmi» sotto il ministero. Incidenti a Milano e Firenze. Il 14 l’assedio alla Camera
«Non chiamateci onda due: noi siamo più maturi e più arrabbiati. Siamo figli della crisi e fratelli dei precari e scendiamo in piazza insieme agli universitari e agli operai della Fiom perché quest’anno, i tagli, li abbiamo vissuti tutti». Così ieri 300mila studenti, universitari, precari, hanno riempito novanta piazze in tutta Italia aderendo alla mobilitazione indetta dai ragazzi delle superiori contro la riforma Gelmini. Un occhio al futuro e uno alla porta accanto, quella dove abita il fratello disoccupato, il padre cassintegrato, l’ex supplente rimasto senza cattedra e il mix è presto fatto: le piazze dei ragazzi somigliano a quelle dei lavoratori. Stessa paura del futuro, della disoccupazione, della precarietà. Stesse maschere bianche dei precari-fantasma sui volti degli studenti che, alle 6.30 di mattina, hanno già appeso uno striscione sotto le finestre del ministero dell’Istruzione in viale Trastevere a Roma.Qui termina alle 14la manifestazione contro Gelmini “Gelminator”, e la folla urla «Dimissioni, dimissioni». «Governo, confindustria, rettori: riprendetevi il passato, il futuro siamo noi» è lo slogan in testa al corteo dei 30mila di Roma. Ci sono l’Udu, l’Sds-Run il coordinamento degli studenti Link, le sigle degli studenti delle superiori che hanno lanciato la mobilitazione UdS e Rds, la Flc Cgil e Unicobas che ieri hanno scioperato per un’ora. Mentre aRoma sfila il corteo principale a Firenze e Milano c’è tensione: nel capoluogo toscano sono uova e fumogeni contro la scuola privata dei Padri Scolopi e scontri tra studenti di sinistra e di destra; alla fine i denunciati, anche per corteo non autorizzato, sono decine. A Milano 10mila in piazza: l’ala antagonista cerca di sfondare per arrivare all’assessorato comunale all’istruzione e sono tafferugli con la polizia. In Campania 70mila gli studenti nelle piazze. A Napoli, davanti all’università Federico II c’è il lancio di carta igienica: è la scuola che va a rotoli. A Bologna, Bari, Palermo, gli altri cortei più partecipati. Roberto, uno studente palermitano dell’Uds dice: «L’onda? Era più settaria, noi sappiamo che lavoro e conoscenza sono un bene comune », così lo studente incontra l’operaio e i ragazzi fanno sapere che parteciperanno al corteo della Fiom del 16 a Roma, due giorni dopo “l’assedio” della Camera previsto per il 14, giorno della discussione del ddl Gelmini. Un “No Gelmini Day” che ieri si è celebrato ovunque: a Parma c’è stata una manifestazione spontanea, a Padova accanto agli studenti ci sono gli operai della Fiom, a Palermo e a Roma i docenti precari. In piazza gli studenti hanno caschi gialli contro le macerie della scuola. «Non ci faremo rubare il futuro», «Non moriremo precari», dicono per esorcizzare la paura. Gelmini, mentre la Flc Cgil con Domenico Pantaleo annuncia proteste fino a Natale e la Fgci invia al ministro il film “Edward mani di forbice”, resta arroccata e minimizza: «A molti dà fastidio che la scuola, finalmente,non sia più proprietà privata della sinistra. Le proteste di oggi sono manifestazioni politiche. Vecchi slogan». «Ascolti - è l’invito della responsabile scuola del Pd Francesca Puglisi - se qui c’è qualcuno che abusa di vecchi slogan è il ministro, quando parla di scuola come “luogo di indottrinamento politico” ».
Gioia Salvatori