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Unità: Master negazionista, no dell’Università di Teramo

SHOAH Soppresso dalla facoltà di Scienze politiche il corso su Enrico Mattei e il Medioriente al quale lo storico Claudio Moffa aveva invitato Faurisson

12/07/2007
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l'Unità

Era inevitabile. Alla fine il Consiglio di facoltà di Scienze politiche dell’Università di Teramo ha chiuso il «Master Enrico Mattei in Medioriente» ideato dallo storico Claudio Moffa, ordinario di Storia e Istituzioni dei paesi afroasiatici. Motivazione: «Non coerente con gli obiettivi formativi complessivi della facoltà». La decisione è del 3 luglio, e si è resa necessaria dopo le risse e le polemiche determinate dalla decisione di Moffa di invitare a Teramo il maggiore dei «negazionisti» francesi della Shoah, Robert Faurisson. Accadeva alla metà del maggio scorso e fu un evento contestato in città e in Italia da centinaia e centinaia di docenti, dalla comunità ebraica italiana, e da tutte le forze politiche nazionali. Ad eccezione della An di Teramo e di Fiamma tricolore. Il master, che Moffa reinventerà a Roma con un pugno di docenti solidali, tra cui il filosofo schmittiano Antonio Caracciolo, è dedicato alla figura del salvatore dell’Eni nonché rivale delle sette sorelle petrolifere, tra i protagonisti del miracolo economico italiano. Con un’intonazione «antimperialista» e «antisraeliana». E con al centro il tema delle «lobbies ebraiche» e dell’uso «ideologico» dell’Olocausto, «alibi» per le politiche antiarabe di Gerusalemme.
Titoli degli interventi a un convegno - anteriore all’invito a Faurisson - erano tra gli altri: L’Olocausto tra storia e ideologia. Oppure Dopo Soros, lobby ebraica, tabù infranto? Un convegno in cui fu ospitato lo stesso Faurisson in videoconferenza. Nel corso della quale il letterato espulso da Lione e dalla Sorbona tra fine anni 70 e primi anni 80, aveva esposto le sue tesi circa l’inesistenza delle camere a gas naziste.
Poi s’era arrivati all’invito di persona allo stesso Faurisson, impossibilitato in Francia di negare pubblicamente la Shoah. E al divieto del Rettore di tenere la conferenza. Di qui poi una conferenza stampa pubblica in piazza dei Martiri il 17 maggio, finita in rissa, spintoni e insulti. Con un vicequestore travolto e una spalla fratturata. E infine la gazzarra di neofascisti e skinhead, che attendevano Faurisson in una pizzeria, per festeggiarlo.
Questi dunque gli antecedenti che hanno condotto alla soppressione di un Master che era diventato un crocevia di estrema destra ed estrema sinistra. Con il cavallo di battaglia del negazionismo tutto giocato in chiave antimperalista a fare da cerniera. Moffa infatti ha un passato di sinistra, e prima di approdare all’antimperialismo di Mattei era passato per la sisnistra extraparlamentare e per Rifondazione (poi ne è uscito). E tuttavia il professore rilancia, annunciando appunto il nuovo Master e una conferenza aperta in Sala Stampa a Milano, l’11 settembre prossimo. Non basta, perché s’annuncia via internet una sottoscrizione per il nuovo corso di formazione, a cui hanno aderito negazionisti vari, tra cui Claudio Mutti, ideatore delle «Edizioni all’Insegna del veltro», Tiberio Graziani, docente perugino e autore del libro intrevista a Padre Benjamin Iraq, trincea d’Eurasia, il giurista Andrea Carbonelli, oltre naturalmente a Caracciolo, tutti membri del board del nuovo Master.
E c’è anche dall’esterno chi difende Moffa da una posizione più critica e defilata, come lo storico Cardini, che parla di «orrore» per la censura a Moffa, pur prendendo le distanze dal «negazionismo monomaniacale». E invocando perciò una discussione aperta contro le restrizioni, per neutralizzare il «virus» delle idee sbagliate. Nondimeno qui sta l’equivoco. La decisione della facoltà di Teramo infatti, non è dettata dalla volontà di bloccare la discussione. Sono anni che Moffa insegna e propaganda le sue tesi, da docente riconosciuito e retribuito dallo stato. Quel che lecito non sembra, è impegnare il nome dell’Università in battaglie ideologiche di principio, e con tesi precostituite polemicamente. Utilizzando come ariete un personaggio del tutto screditato scientificamente e attaccabrighe come Faurisson. Che ha fatto della sua «controstoria» un caso personale e una crociata vittimista. E il tutto riciclando anticaglie negazioniste che mettono in un solo sacco polemica contro Israele e storiografia. Ridando fiato a leggende antisemite (il complotto, la menzogna) che negano verità acclarate e offendono la memoria dei sopravvissuti. E nutrendo insieme l’arsenale del radicalismo islamico e quello bellicista della guerra di civiltà euroamericana.


Presentazione del libro il 18 novembre, ore 15:30
Archivio del Lavoro, Via Breda 56 (Sesto San Giovanni).

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